E’ stato uno degli attaccanti di riferimento del calcio italiano alla fine degli anni novanta: Filippo Maniero è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali on Air per parlare di Lazio e non solo.
Che impressione hanno fatto Lazio e Torino in questo inizio di campionato? “Tra le due sicuramente il Torino mi ha sorpreso di più, perché la Lazio ha un blasone che fa pensare che possa sempre ottenere ottimi risultati. Il Torino è invece la sorpresa positiva di questo campionato, ha dimostrato di essere una squadra che può stare a ridosso delle prime della classe, soprattutto dopo che ha recuperato gli assenti delle prime giornate.“
Inzaghi contro Mihajlovic. Che confronto sarà? “Stanno facendo molto bene entrambi, del serbo si poteva conoscere sicuramente qualcosa in più avendo già allenato in Serie A. Inzaghi ha dimostrato di avere potenzialità per diventare uno dei migliori allenatori italiani, domenica la Lazio non ha trovato la vittoria ma con diciotto calci d’angolo a zero ha dimostrato di aver cercato i tre punti fino alla fine. Mihajlovic già a Genova con la Sampdoria aveva fatto grandi cose, quest’anno al Toro sta un po’ ripetendo quel campionato. Probabilmente ha trovato l’ambiente giusto per rendere al meglio delle sue possibilità, anche se al Milan probabilmente tutte le colpe non erano sue.“
Un altro confronto interessante sarà quello tra bomber, Immobile contro Belotti: “Mi piacciono molto tutti e due, per lo spirito che mettono in campo oltre che per le qualità tecniche. Mettono in campo orgoglio, determinazione, danno sempre il cento per cento per la squadra e gli allenatori non possono che apprezzare questo spirito di sacrificio. Entrambi hanno una potenzialità di 15-20 gol stagionali e sarà sicuramente una grande sfida nella sfida, perché al momento sono gli attaccanti più bravi che abbiamo in Italia.“
Quali possono essere i punti di forza consolidati della Lazio? “Anderson e Keita al momento sono l’ago della bilancia di questa squadra, se girano loro due con Immobile che può buttarla dentro in qualsiasi momento, possono essere assolutamente decisivi. E’ chiaro che devono trovare continuità: bisogna fidarsi del loro istinto senza mettergli eccessiva pressione e permetter loro di dare sfogo alle loro grandi qualità, che possono permetterti di far svoltare le partite. Vanno un po’ coccolati e valorizzati, così facendo potrebbero rappresentare la Lazio nel futuro per molti anni. Poi la Lazio ha anche veterani importanti come Biglia e Marchetti che possono rappresentare una garanzia tecnica per la squadra, senza dubbio.“
Le parole di Buffon dopo la super-prestazione a Lione hanno fatto pensare: possibile che certi totem del football italiano vengano dimenticati alla prima prestazione opaca? “In Italia è possibile che si dimentichi quanto fatto in precedenza, basti pensare a come i tifosi del Milan salutarono Paolo Maldini dopo oltre vent’anni di carriera. Sicuramente Buffon ce l’aveva con qualche giornalista che non ha avuto rispetto e che forse non era neanche nato quando iniziava a fare il fenomeno a Parma. Ricordo che a volte era difficile fargli gol anche in allenamento. L’importante è che non venga mai meno il rispetto perché posso assicurare che anche fuori dal campo Buffon è una delle persone più simpatiche e corrette che si possano incontrare.“
Il Sassuolo, con le debiti proporzioni, può essere accostato al Parma degli anni novanta? “Penso che il Sassuolo possa essere d’esempio per le altre società italiane, come modello per lavorare tranquillamente e rincorrere gli obiettivi attraverso progetti seri e la programmazione, dando peraltro spazio ai talenti italiani. Seguendo il modello del Sassuolo la Nazionale si risolleverebbe sicuramente presto, certo in piazze in cui le pressioni sono più forti è difficile lavorare allo stesso modo, pensando innanzitutto a valorizzare i giovani sul campo.“
Gli stadi si stanno sempre più svuotando: quali le soluzioni per tornare ai fasti di un tempo? “Quando giocavo io non ricordo stadi semivuoti, si trovava sempre grande entusiasmo e questo regalava anche un pizzico di adrenalina in più a noi calciatori. Penso che in questi anni sia cambiato il panorama anche a causa delle televisioni, che sono entrate a gamba tesa sul mondo del calcio facendo vedere tutto quello che si può, il che porta anche ad arrivare saturi a fine settimana, quando una volta uno non vedeva l’ora che arrivasse la domenica per il calcio. Poi in altri paesi hanno sopperito con la passione e le strutture moderne all’invasività della tv, che è presente anche in paesi come Inghilterra, Spagna e Germania dove gli stadi sono pieni. Bisognerebbe trovare soluzioni per riaccendere la passione per questo sport negli italiani.“