Anthony Taylor, l’arbitro al centro delle polemiche per la finale di Europa League 2023 a Budapest, è tornato a parlare di quella serata in una lunga intervista alla BBC. Per la prima volta, il fischietto inglese ha raccontato come quell’episodio abbia segnato profondamente la sua carriera e la sua vita privata.
Taylor ha difeso la propria direzione di gara, sostenendo che “non ci furono errori gravi” nei confronti della Roma, ma ha ricordato con amarezza le parole dure di José Mourinho e soprattutto l’aggressione subita da alcuni tifosi all’aeroporto, un episodio che — confessa — ha traumatizzato la sua famiglia, tanto che da allora i suoi cari non hanno più assistito dal vivo a una partita.
“Quella di Budapest è stata la situazione più difficile che abbia mai vissuto in termini di insulti e pressione — ha spiegato Taylor —. Non solo perché viaggiavo con la mia famiglia, ma anche per ciò che ha mostrato sull’impatto che certi comportamenti possono avere sugli altri. Anche in quella partita, in realtà, non ci furono decisioni sbagliate in modo evidente.”
L’arbitro ha poi aggiunto di aver avuto la sensazione che, dopo la gara, qualcuno abbia voluto spostare l’attenzione su un capro espiatorio: “È stato fonte di grande delusione, frustrazione e rabbia. Non credo sia accettabile ciò che è successo. Sono certo che a chi ha detto certe cose non piacerebbe trovarsi nella stessa situazione, né vederlo accadere ai propri figli.”
Alla domanda se ritenga che le accuse di Mourinho abbiano influito sul comportamento dei tifosi in aeroporto, Taylor ha risposto senza esitazioni: “Sì, onestamente penso di sì.”
















