di Giorgio BICOCCHI 

Quattro vittorie nelle ultime 5 gare: la Lazio si rilancia in chiave-Europa. E guardate che un mese fa – dopo le dimissioni di Sarri – mica era facile rimettersi in carreggiata… “Ma non e’ che Sarri doveva annassene prima?”, scrive – in maniera quasi sacrilega – un amico. Il dubbio però sorge anche perché un po’ tutti siamo traviati da ciò che è accaduto ai cugini… Dopo un primo tempo sonnolento, prendiamo in mano le redini della gara e non le molliamo più. “Hai visto che gol er pittore?”. Già, nel gol vincente di Luis Alberto – che significa successo – c’è un po’ tutta la storia recente della Lazio: un po’ pazza, un po’ schizofrenica, capace di tutto o di niente… Certo che adesso le prospettive europee – sepolte un mese fa, prima del viaggio a Frosinone – si riaccendono…

Primo tempo

– Iniziamo con il furore dentro? Macché, manovra lenta e prevedibile;

– E allora il Genoa ci prova: prima con Ekuban, poi con Retegui;

– I rossoblu’ sembrerebbero pure un po’ svagati in difesa con diversi errori di posizionamento. Ma noi – come da prassi – non pungiamo;

– Viste le difficoltà di entrare in area cominciamo a tirare da fuori. Prima Felipe, poi Lazzari. Ancora Gila. Da quanto e’ che non segnamo da fuori? Forse da oltre un anno con la rasoiata di Vecino al “Maradona”;

– Considerazioni sui singoli: Marusic si sente ancora esterno basso e mai affonda. Kamada tesse il compitino. Scolastici i due trequartisti. Insomma, senza ritmo e pure senza furore, si capisce che sarà gara complessa;

– Dopo la mezz’ora il Genoa comincia a spingere pure con i difensori. Per carità, nessun timore per Mandas ma e’ un indizio…;

– “Te credo che adesso iniziano a attacca’ tutti… chi se devono marca’ dei nostri”, ci trilla un amico da casa;

– Taty, ma che fai? Davanti alla porta – sia pure defilato – passa all’indietro per il degradato Luis Alberto. Che non ci arriva… Non chiedete al Taty di tirare in porta. Ama le sponde, non le buche…;

– Lazzari si fa male ed esce: dopo Zaccagni ha forse anche lui il record degli infortuni stagionali…;

– E, proprio alla fine del tempo, rischiamo il patatrac. Sprechiamo un corner e il Genoa riparte tre contro uno. Per fortuna che Ekuban calcia fuori e non serve il libero Gudmundsson. “Povera Lazio, come t’hanno ridotto”, ci messaggia un altro amico. In effetti difficile essere ottimisti in un contesto così arido;

– Cosa cambiare nella ripresa? Servirebbe gente di gamba e di ritmo. Forse Rovella, Isaksen… Vediamo Igor cosa tira fuori dal cilindro…;

Secondo tempo

– Ti aspetti attaccanti diversi invece entra Romagnoli al posto dell’ammonito Casale. Ma e’ Lazio diversa. Almeno nello spirito. Ed e’ già qualcosa…;

– Oddio, in verità registriamo subito due o tre obbrobrii. Un rinvio sbagliato di Mandas (lavoraci, Christos…), due svirgolate di Felipe e Kamada;

– “Almeno avemo alzato il ritmo: quello del primo tempo era bono pe gli Under 60…”. Ecco il sarcastico commento di un amico;

– Stavolta il giro palla e’ più convinto. E la qualità aiuta. Prima il Mago – con tiro deviato – poi Felipe, quasi a botta sicura. E Romagnoli, di testa. Insomma, il taccuino si riempie. Tutto di roba nostra;

– Il gol e’ nell’aria. Ed e’ splendido. Felipe per Kamada. Palla bassa, velo di Vecino per il destro a botta sicura del Mago. Per procedura forse uno delle più entusiasmanti reti della stagione;

– Esce Felipe, dentro Pedro con Cataldi. La Lazio tiene botta davanti a un Genoa svagato;

– Fino all’ultimo terremo botta. Senza soffrire tanto, in verità. Successo esterno pesante dopo l’ennesima settimana zeppa di turbolenze, in tutti gli ambiti;

– “Aho’, se annamo in Champions me faccio frate”, ci scrive un giovane amico, attratto improvvisamente dal saio. Caro, non esagerare. Ora tutti convinti per battere il Verona. E la Juve, di martedì? Proviamoci, in fondo non abbiamo nulla da perdere…

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