di Giorgio BICOCCHI

Cosa è successo dopo Ryad? Quanto ci piacerebbe saperlo… Da allora la Lazio si è dissolta diventando – insieme alla Salernitana – forse la squadra più vulnerabile del Campionato. “Ma questi quante partite avevano vinto prima de gioca’ con noi?, urla un tifoso in una delle uscite più meste dall’Olimpico degli ultimi trent’anni. Quante? Tre appena. Chi altri se non l’Udinese – il club che ci fece ingiustamente scaraventare in B nell’80, sgraffignandoci pure due qualificazioni alla Champions ai tempi di Reja – poteva mettere una pietra tombale su una stagione sciagurata, collocando sul banco degli imputati Sarri, i giocatori e una dirigenza per la quale il mercato di gennaio era superfluo? Ecco i risultati. E così ridotti – contestati, senz’anima e malinconicamente noni in classifica – sarà una vera agonia arrivare a fine maggio, maledizione…




Primo tempo

– Pronti, via. Subito ritmo alto. Un tiro deviato di Lovric sfiora la traversa. Poi Zaccagni coglie un clamoroso palo. E Luis Alberto calcia fuori da buona posizione;

– “Ammazza i tiri… ma e’ la Lazio che gioca?”, si commenta goliardicamente ricordando la nostra penuria offensiva, la croce dell’anno;

– Buona manovra dei nostri. Ci muoviamo bene soprattutto per merito di Zaccagni. E Lazzari, sotto la Tevere, corre ma poi spesso sbaglia l’ultimo appoggio. Come spesso gli accade…;

– Ciro calcia alle stelle dopo spunto di Felipe. Pure il Mago e Vecino sbagliano conclusioni;

– Luis Alberto calcia malamente l’ennesimo angolo e un vecchio appassionato dei corner di Veron ricorda quando Juan buco’ la porta del Verona. Bei tempi…;

– Meriteremmo il vantaggio vero ma Provedel, nel giro di poche minuti, salva tre volte;

– C’è un bel buco davanti ai nostri centrali di difesa e l’Udinese vi si getta, sfruttando le sponde della “pertica” Lucca;

– Cala il gelo, la Lazio chiude la frazione soffrendo;

– “Ma non era il caso de mette due punte oggi? Anche per dare un aiuto a Immobile…”, ci scrive un amico. Considerazione legittima ma Sarri sapete come e’: mai rinnega il suo 4-3-3…;

Secondo tempo

– Porca miseria, che freddo! Ma ci si arrabbia subito. La Lazio non marca, buchi paurosi si aprono e Lucca la spizza in porta per il vantaggio bianconero;

– Avremmo pure la fortuna di pareggiare grazie ad una autorete ma non ci siamo con la testa, in completa abulia. Incassiamo così il secondo gol che è una vera e propria mazzata;

– Siamo traditi dalla vecchia guardia. Felipe e’ rimasto negli spogliatoi, Luis arranca. E a Ciro non arriva una palla;

– Avremmo pure un bagliore: Lazzari tira addosso al portiere. Isaksen pure. E anche Ciro. Ma sono solo sprazzi;

– L’Udinese si copre bene e riparte. Ormai tutti conoscono le nostre debolezze. L’Olimpico e’ infreddolito. E preoccupato perché questa sarà una crisi dagli esiti imperscrutabili;

– L’Udinese resta pure in 10. Si gioca fino al centesimo minuto ma la Lazio non c’è più. Si fa male pure Provedel mentre Kamada sbaglia passaggi e il povero Taty combatte contro un muro;

– E’ davvero notte fonda. Da quanto non perdevamo due gare di fila all’Olimpico? Dai tempi di Zeman, terza stagione, ci suggerisce un amico che ama le statistiche. Già, furono quelle le ultime gare di Zdenek sulla nostra panchina…






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