di Giorgio BICOCCHI 

Ha perso il Bologna, d’accordo, ma ha vinto il Napoli. E l’Atalanta non ha deragliato davanti alla Juve. Come dire che pensare ad una Lazio all’europea, da settembre in avanti, sembra sempre assomigliare ad una autentica professione di fede.




Bisogna però alimentare una piccola speranza: che unisce la gara con l’Udinese e quella di sabato prossimo in Ciociaria. Ci servono sei punti per non trasformare questo finale di stagione – semifinale di Coppa Italia a parte – in una lenta agonia, condita da polemiche al cianuro, statene pur certi…

All’Olimpico arriva una Udinese preoccupata dalla situazione di classifica, mica allegra. I friulani vincono poco, creano con difficoltà ma sembrano avere le caratteristiche fisiche per darci fastidio. E, in effetti, anche la gara di andata – datata solo due mesi fa – fu risolta solo da una rasoiata scaltra di Vecino, incastonata in un match sofferto per entrambe.

Il quesito e’ sempre lo stesso, d’altronde: che Lazio troveremo? L’auspicio e’ di una squadra che creda ancora in se’ stessa, che non abbia voglia di concedersi all’oblio anticipato. Che attacchi da subito per mettere in crisi la difesa friulana che non brilla per velocità e chiusure. Per arginare i muscoli bianconeri (Lovric, lo stesso Samardzic, la “pertica” Lucca) dovremo far viaggiare velocemente la palla. Ovvio che se nella serata dovessero brillare Felipe e Zaccagni saremmo a cavallo. Una cosa alla volta, allora. Torniamo a battere l’Udinese all’Olimpico (l’ultimo nostro squillo risale al dicembre 2019…) e poi mettiamoci in finestra. Troveremmo forse, dalle 23 in avanti, una classifica leggermente meno disastrata, chissà. Festeggiando una vittoria in casa dopo due mesi…






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