di Giorgio BICOCCHI  (foto © Antonio FRAIOLI)

“Dotto’, ha visto che succede quando Olympia non plana a centrocampo e atterra nei Distinti? Se soffre, se soffre, eccome…”. E, in effetti, scaramantici come siamo, che sarebbe stata una notte strana lo abbiamo davvero pensato vedendo Olympia confusa tra la gente della “Maestrelli”. A un passo dall’abisso (e dalla contestazione…) la Lazio si ribella: segna per la prima volta tre gol in stagione e si piazza a -1 dal Napoli. Fanno 10 punti nel mese di dicembre: magari la rimonta non sarà poderosa ma comunque c’è…




Primo tempo

– Partiamo con buon ritmo ma e’ possesso sterile, come da tradizione annuale purtroppo;

– Taty gioca sempre spalle alla porta: un problema vero calciare verso Turati;

– Funziona la corsia di sinistra: Pellegrini stantuffo, Kamada e Zaccagni con le idee chiare. Ma non si sfonda?

– “Aho, ma Felipe sembra tornato ai tempi de Reja…”, ci urla nelle orecchie un amico. E, in effetti, Anderson mostra il peggior lato di se’: svogliato, poco applicato. Eppure davanti avrebbe Okoli, non un fulmine di guerra;

– Piano piano, intuendo che dietro rischia poco, i canarini escono dal guscio. E qualche apprensione ce la procurano;

– Zaccagni impegna Turati ma e’ fuoco di paglia. Guendouzi, dove sei? In questa notte di grande fatica pure il francese pare inceppato;

– Corner sotto la Monte Mario. Manca il Mago, chi lo calcia? Dopo qualche incertezza va Rovella. E’ comunque episodio che dimostra che la Lazio non c’è ;

– E il primo tempo si conclude con bordate di fischi. Facile per ogni avversario limitarci. Cosa accadrà nella ripresa? Sarri varerà il tridente leggero? Intanto il freddo e umidità aumentano: e’ l’Olimpico di dicembre, bellezza…;

Secondo tempo

– Ecco Isaksen al posto di Felipe, spento più che mai. Pellegrini sfiora il palo con un destro potente. Poi arrivano i minuti del potenziale dramma sportivo;

– Pellegrini si fa male (altro guaio muscolare…), Guendouzi prende la palla con un pugno nella nostra area. Subiamo un rigore inevitabile e andiamo sotto;

– E sono minuti in cui, oggettivamente, vediamo le streghe. I ciociari potrebbero raddoppiare su punizione. Noi, pensando al fatto che mai abbiamo rimontato una volta andati sotto, già immaginiamo un fine anno di rara malinconia;

– Ma il pallone e’ strano. I cambi ci rivitalizzano. Entra Vecino, il centrocampo ricomincia a mordere. Isaksen crossa e El Taty la imbusta all’incrocio. “Dotto ‘, se li ricorda i gol che faceva de testa Gerd Muller?”. Certo, ma la dinamica ci ha pure ricordato il gol di Ciro, sotto la Nord, nella Supercoppa del 2017;

– Finalmente vivi facciamo la voce grossa. Castellanos offre a Isaksen la palla del vantaggio. E il danesino, con destrezza, la piazza proprio all’angolino;

– Il Frosinone smarrisce l’intraprendenza. E Patric triplica;

– Potremmo anche segnare il quarto gol (uno, di Castellanos, ce lo annullano) ma e’ festa grande…;

– “Comunque Isaksen e Vecino so’ annati mejo de Felipe e Kamada”: nella filosofia spicciola di un tifoso, all’uscita, c’era tutto il nocciolo della serata…






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