di Giorgio BICOCCHI 

Ve lo ricordate quel divertente film di Ettore Scola ambientato in Africa “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare…”? Ecco, mutuando il tutto, potremmo dire, già sull’autostrada Roma/Firenze: riuscirà la Lazio a tornare a vincere in trasferta dopo due mesi di letargo al cospetto della squadra che in A ha segnato meno di tutti?




Ecco, lo spunto e’ questo. Forse si, se giocassimo con la stessa intensità mostrata per la prima ora di gioco – ovviamente al netto del suicidio di Marusic – contro l’Inter. Rigorosamente no se replicassimo – come fosse un incubo – le prestazioni terribili di Salerno e anche del finale di gara del “Bentegodi”.

Inutile girarci attorno: quella del “Castellani” e’ forse l’ultima opportunità per sentirsi ancora vivi e per provare a scalare un po’ la classifica, magari passando il Natale nella parte sinistra della classifica. Cosa fare per mettere in cassaforte la terza vittoria esterna stagionale? Partire a razzo senza dare all’Empoli il minimo appiglio. Soprattutto non far passare il primo tempo senza aver sbloccato il risultato. E poi essere finalmente cinici e letali sottoporta, peraltro finora qualità inesplorata.

Non sarà una partita semplice: nessuna sfida d’altronde può esserlo per la balbettante Lazio di questo scorcio d’annata. Anche perché – quando abbiamo vinto – lo abbiamo fatto sempre di misura (Reggio Emilia e Torino a parte), soffrendo e mai dando la sensazione di una completa solidità.
L’Empoli vale forse di più della sua asfittica classifica: ha vinto solo tre delle sedici gare giocate, ha messo a segno solo 10 reti ma possiede giocatori interessanti in grado di mandarci in tilt. A chi pensiamo? Mancando Caputo a Cambiaghi, Fazini, il tecnico Baldanzi, Maleh.

Vero che in porta c’è Berisha – uno da cui devi sempre aspettarti il guaio grosso – ma comunque gli azzurri, soprattutto in casa, pur lasciando giocare, sono sempre un osso duro perché sanno distendersi con ottime trame, magari non finalizzando vista l’attuale aridità offensiva.

Cosa chiedere alla Lazio? Di resuscitare, semplicemente. Di dare un palpabile cenno di risveglio. Ecco, se steccassimo anche ad Empoli il Natale sarebbe davvero di rara malinconia…






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