di Giorgio BICOCCHI 

Avanti, col passo della formica. La Lazio approda ai quarti di Coppa Italia: fanno tre vittorie in 7 giorni. Dopo Celtic e Cagliari ecco il successo sul Genoa. La buona notizia? Aver vinto le ultime tre sfide senza aver subito reti. “Ammazza però quanto se fatica…”, si commenta uscendo – con le mani nelle tasche – dall’Olimpico. E, in effetti, il canovaccio stagionale non muta: si segna col contagocce e, inevitabilmente, si soffre fino nel recupero. Guendouzi assoluto primattore: ha calpestato ogni zolla del campo. Insomma, gennaio sarà mese pieno con i quarti di finale di Coppa Italia e la Supercoppa di Gedda o Ryad…




Primo tempo

– Come contro il Cagliari partiamo arrembanti. Pellegrini aziona il turbo sotto la Monte Mario, Guendouzi arriva a rimorchio e di giustezza la piazza nell’angolo. Grande azione che coniuga velocità e freddezza;

– Il Genoa mollerà, pensa qualche ingenuo. E’ già arrivato a Roma falcidiato da assenze, figuratevi… Macche’, Retegui e’ la consueta zanzara, Gila si addormenta un po’ e così l’argentino ci fa venire qualche brivido freddo…;

– “Ma Kamada sta già in Coppa D’Asia?”, ci scrive un amico. In effetti il buon Daichi si vede e non si vede. Con preferenza per la seconda opzione…;

– Perché un cileno (Galdames) dovrebbe dare calci a un francese (Guendouzi)? Eppure accade – e per ben due volte – sotto la Tevere. Con Matteo che si guarda il livido che già si sta formando…;

– Che Lazio e’? Mah, la solita solfa. Grande difficoltà ad imbeccare le punte. Taty gioca spalle alla porta e mai calcerà verso Leali. Il migliore per distacco e’ Guendouzi che taglia il campo e offre a Pedro un bel pallone. Peccato non averlo incrociato;

– La jella e’ in agguato: Isaksen si fa male da solo ed esce. Peccato perché si stava integrando e perché ci mancherà una sicura opzione per un paio di settimane buone…;

– Il Genoa e’ un osso duro. Lotta e non si distrae. Vuole restare in partita, chiaro…;

– Sarri richiama inferocito Pellegrini che spesso porta troppo la palla;

– Immobile, col berretto calzato sulla testa, osserva e commenta in panchina. Ciro ha giocato col Genoa quando nessuno forse immaginava che giocatore sarebbe diventato…

– Felipe sfiora il palo: ma non è l’Anderson dello scorso anno, caduto nei suoi classici momenti di abulia;

– Chi glielo avesse detto a Patric, Capitano coraggioso con quella fascia che spicca sul braccio…;

– Si va al riposo mentre il freddo aumenta. Che Lazio ritroveremo? Bella domanda, quest’anno nessuno ha la palla di vetro con questo gruppo…;

Secondo tempo

– Capocciata tra Taty e Felipe: peccato perché era davvero occasione buona per raddoppiare;

– Gila evita il pari frapponendosi a Retegui. E qui un pensiero ci frulla in testa: mica sarebbe stato male prenderlo noi invece che i rossoblu’…;

– Non chiudiamo la gara che resta in bilico: un classico su questi schermi;

– Esce Taty, ecco Ciro;

– Felipe, di testa, sfiora il palo;

– Galdames continua a tirare calci e viene ammonito;

– Sarri rispolvera Basic. Che, puntualmente, si divora il gol del raddoppio. “Aho, questo è rimasto così…”, il commento salace di un tifoso della Monte Mario che affresca il letargo che sta vivendo il croato;

– Ci si avvia verso l’epilogo con il consueto occhio sul cronometro;

– Arriva il triplice fischio. Avanti in Coppa, battuto il Genoa 2 (o forse 3…). Bisogna abituarsi a questa Lazio sparagnina: se vince lo fa soffrendo…






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