di Giorgio BICOCCHI

Diciamoci la verità, il rischio che la Roma bissi – al netto del risultato finale – la gara disputata dal Bologna la scorsa settimana e’ elevatissimo. Sarebbe infatti sorprendente non trovarsi di fronte una squadra che ci aspetti, che serri le due linee, bloccandoci ogni pertugio. Così al Dall’Ara la Lazio si è arenata, così la Lazio si consegno’ anche al Genoa lo scorso agosto.

Mourinho provoca ed e’ sempre a suo agio nello scontro verbale ma certo non è allenatore sprovveduto. Avrà osservato, annotato, preso appunti. E avrà compreso che la Lazio di quest’anno è maledettamente asfittica in zona-gol.

Ecco, aspettiamoci allora una Roma chiusa a doppia mandata, che aiuti i tre centrali difensivi, che abusi del lancio lungo per sprigionare la potenza di Lukaku o gli estri di Dybala.

Converrà allora adottare il nostro classico possesso-palla, dando il destro al controcalcio rivale? Oppure – per sparigliare il canovaccio – non converrebbe schierarci a specchio dei dirimpettai, senza mai scoprirsi, giostrando in 40 metri, corti e compatti, aspettando il lancio chirurgico del Mago per Ciro o Felipe?

Parliamoci chiaro, l’eventuale forfait di Zaccagni sarebbe handicap notevole perché ci priverebbe di un cambio in corsa (giocando dal 1’ Pedro) e perché ci toglierebbe l’uomo-derby dello scorso marzo.

Non ci aspettiamo una stracittadina scoppiettante: se lo fosse sarebbe sorpresa autentica. Nessuna delle due squadre può perdere questo derby: con una sosta in arrivo sarebbero 15 giorni infernali, sotto processo, e con una classifica traballante.

La Lazio – per schivare l’insidia – dovrà tenere gli occhi aperti su spioventi, punizioni e calci d’angolo (per questo serve che giochi Vecino, uno alto e coriaceo in acrobazia…), tradizionali apripista per i giallorossi, raddoppiando spesso su Dybala e mai accettando l’uno contro uno con Lukaku.

La vittoria in Champions ci ha ridato fiato ma la sensazione è che la squadra sia ancora convalescente. Se poi qualcuno ci chiedesse: ma tu, senza Zaccagni, come scenderesti in campo? Ecco, metteremmo Kamada e non Pedro. Giocando a due in mezzo al campo e col Mago, Felipe e il giapponese a sostegno di Ciro. Sarebbe una Lazio troppo attendista? Forse no perché nei derby – talvolta – l’effetto-sorpresa ha creato sfracelli…

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