di Giorgio BICOCCHI 

La prima considerazione aspettando la gara di lunedì sera? Si affronteranno due squadre matte. Perché la Lazio – dopo tre successi di fila – come fosse un gambero e’ ricaduta, a Rotterdam, sugli stessi, stucchevoli errori. Mentre la Fiorentina – che pure veniva dal colpo di Napoli – e’ crollata in casa contro l’Empoli.

Eppure i viola, anche se al momento incostanti ma comunque con 17 punti all’attivo, sembrano davvero avversari rognosi per la nostra enigmatica Lazio. A cui chiediamo: sarai fiammeggiante come contro l’Atalanta o abulica e alla mercé degli avversari come a Rotterdam? Certo che, per noi, e’ forse una delle sfide più importanti della stagione: vincerla significherebbe lanciarsi verso il quarto posto, magari confidando in contemporanei risultati favorevoli a Milano e a Napoli. Non farlo equivarrebbe restare nel limbo alla vigilia di un altro trio di sfide (Bologna, Feyenoord e Roma in 9 giorni) da far tremare i polsi.

Possiamo mettere in crisi i viola? Certamente perché l’impronta di Italiano resta la stessa di La Spezia. Squadra alta, pressing costante, difesa spesso sguarnita. Questo gruppo, in fondo, perse l’ultima finale di Conference perché al novantesimo era proteso all’attacco, sbagliando le chiusure difensive…

Dovremo quindi giocare con la testa, corti, compatti, pronti a sfruttare ogni pertugio. In questo contesto sarebbe opportuno giocare molto sul fronte di Zaccagni perché li’ i viola hanno perso Dodo’ e Kayode, probabilmente riciclando Parisi o lanciando nell’arena il giovane Comuzzo.

E’ dalla trequarti in su, comunque, che i viola spaventano. Non hanno un bomber vero al centro dell’attacco ma gli esterni sanno far male (e Nico Gonzalez sa svettare anche di testa…), Bonaventura e’ in uno stato di grazia e Duncan corre per tre, come faceva all’epoca Gaby Mudingay nella Lazio di Delio Rossi che arrivo’ terza.

Classica “partitaccia”, insomma, l’ennesima di questo inizio di stagione. Anche perché i viola – se ci pensate – possiedono in fondo gli stessi principi di gioco del Feyenoord: ali veloci e tecniche, pressing, rapidi e ficcanti ribaltamenti di fronte.

Dovremo insomma costruire una gara senza macchia, confidando in un “percorso netto” della difesa. E sperando che l’inesperto arbitro Marcenaro sappia districarsi con acume…

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