di Claudio CHIARINI 

La Lazio se ne va da Rotterdam con le ossa rotte e ridimensionata. Non tanto dal Feyenoord, quanto dalle scelte del proprio tecnico il quale, almeno in Champions League, vede i biancazzurri “con l’acqua alla gola”, anche se lui li vorrebbe spavaldi e con “la faccia da cazzo”.




Fatto sta che la scelta della formazione iniziale ha contraddetto quest’ultima affermazione: i due giocatori dotati di maggior “garra” e, al momento attuale, sostenuti anche da una forma fisica e mentale superiore a quella di tutti i loro compagni, Guendouzi e Castellanos, contro gli olandesi sono stati relegati in panchina. Anche Patric, pure lui in un periodo felice, è stato accantonato per concedere una possibilità a Casale, alla fine risultato il peggiore in campo. Per finire sono stati scelti i due terzini meno propensi ad attaccare: Marusic e Hysaj. 

Così messa in campo dal proprio allenatore, la Lazio si è praticamente consegnata all’avversario ed è stata incapace di creare la benché minima azione offensiva pericolosa. E il 2-0 con cui si è conclusa la prima frazione di gioco stava anche stretto al Feyenoord.

A fine gara e a sconfitta acquisita, Sarri ha spiegato che ha voluto far riposare Guendouzi e Castellanos, in campo rispettivamente 67’ e 80’ nella vittoria in trasferta col Sassuolo e, in precedenza, 64’ e 83’ nel successo casalingo con l’Atalanta.

Posto che di solito, se non sopraggiungono imprevisti, conviene sempre rispettare il concetto aureo “squadra che vince non si cambia”, in particolare contro il Feyenoord la sfida era difficile, delicata e assai probante circa le ambizioni europee della Lazio.
Ma Sarri ci dice che una squadra in salute in realtà “nel contesto Champions sta con l’acqua alla gola”…

Interessante anche la giustificazione del tecnico sulla scelta di schierare titolare un Immobile che, in questo momento, e sottolineo in questo momento, fisicamente pare il fantasma di se stesso: ma “Ciro non lo possiamo abbandonare facendo giocare sempre Castellanos…”. Una risposta che può avere anche una chiave di lettura molto imbarazzante per lo storico bomber biancazzurro… Fatto sta che la Lazio ha regalato un tempo e 2 gol al Feyenoord. 

Nella ripresa invece, dopo l’ingresso di Guendouzi e Lazzari per Rovella (ammonito) e Hysaj (non pervenuto in campo) e poco dopo di Castellanos per un Ciro irriconoscibile, la Lazio ha iniziato finalmente a giocare, a creare, a rendersi pericolosa sfiorando più volte il gol dell’1-2, ma subendo invece quello del 3-0, e infine trovando il gol del 3-1, su rigore provocato dal Taty e realizzato da Pedro.

La Lazio della ripresa è stata vivace e propositiva, ma l’affanno della rincorsa l’ha resa poco lucida. La buona sorte ha voluto che in serata il Celtic sia riuscito a bloccare l’Atletico Madrid sul 2-2, così la classifica del girone resta fluida e aperta alla qualificazione per tutte le quattro squadre. La domanda ora è questa: lunedì contro la Fiorentina, che poco o nulla ha da invidiare al Feyenoord per pericolosità, Sarri deciderà di mandare in campo i giocatori più in forma a propria disposizione, oppure si inventerà qualche altra mossa a sorpresa?

In Champions l’errore, ammesso anche dal tecnico toscano (“se abbiamo perso 3-1, certo vuol dire che la formazione l’ho sbagliata…”), ha condotto a una sconfitta che tuttavia non compromette ancora la qualificazione. In campionato, invece, un ulteriore passo falso farebbe precipitare nuovamente i biancazzurri nel limbo.






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