di Claudio CHIARINI

No, non ho le traveggole. E’ vero, Sassuolo-Lazio è terminata con entrambe le squadre al completo: 11 contro 11. Tuttavia i biancazzurri hanno ugualmente giocato condizionati da una pesante inferiorità numerica. Mi spiego.




A minuto 31 l’arbitro Di Bello non ha potuto esimersi dall’ammonire il neroverde Pedersen per un’entrataccia violenta e pericolosa su Guendounzi. Da quel momento in poi i cartellini hanno iniziato a bruciargli nel taschino. In ordine sparso: Rovella e Cataldi intervengono nettamente sul pallone e vengono ammoniti; Pedro salta sfiorando con il piede un avversario che stramazza a terra, ammonito anche lui. Poi l’episodio più eclatante: arbitro e guardalinee, in complicità tra loro, colgono al volo l’occasione per espellere Provedel, forse nella speranza che un’unghia del portiere oltrepassi il limite dell’area di rigore.

Tuttavia il VAR è costretto a rilevare l’errore, e la punizione vessatoria comminata al portiere biancazzurro viene revocata, senza però che prima Di Bello non abbia approfittato delle pacate e civili proteste della panchina laziale per ammonirne uno a caso: guarda un po’, proprio Capitan Immobile… Il danno, anche minore, è stato comunque provocato…

Tanto per voler ribadire un concetto che ho già espresso in altre circostanze, il sistema potrebbe funzionare così: gli arbitri hanno ampie possibilità e facoltà di sfavorire delle squadre fischiando contro queste la qualunque in area di rigore (nella possibile speranza, forse, che il VAR possa rilevare anche una qualche minima irregolarità che permetta di comminare la punizione vessatoria?). E questo atteggiamento arbitrale potrebbe durare almeno fino a che il risultato della sfida non resta in bilico…

Viceversa, hanno parimenti ampia passibilità e facoltà di favorire delle squadre fischiando a favore di queste qualunque contatto sospetto in area di rigore (sempre nella possibile speranza, forse, che il VAR possa rilevare anche una qualche minima irregolarità che permetta di assegnare il premio, il cosiddetto “rigoretto”?). Oppure basterebbe inventarsi l’espulsione di un giocatore avversario, magari per somma di ammonizioni così il VAR non può intervenire) per indirizzare il risultato nella direzione desiderabile? E questo atteggiamento arbitrale potrebbe durare almeno fino a che il risultato della sfida resta in bilico…

Ovviamente se si verificassero frequentemente entrambe le fattispecie sopra descritte, come è molto facile che possa accadere, non solo allora il campionato potrebbe risultare falsato, ma addirittura i suoi esiti potrebbero essere determinati dalle decisioni arbitrali, piuttosto che dalla sana competizione sportiva…

In effetti il regolamento del calcio pare creato apposta e, di volta in volta modificato, adattato, per alimentare le ambiguità, i sospetti e il potere di discrezionalità in mano al quintetto arbitrale. Tale margine di discrezionalità, infatti, rende possibile tutto e il contrario di tutto, e può permettere clamorose alterazioni della realtà, come nel caso del pallone toccato dallo juventino Mckennie fuori dal campo. Ciò è possibile rilevarlo e verificarlo frequentemente su tutti i campi di calcio della Serie A, dove ogni nefandezza arbitrale commessa può trovare una qualche, anche se cervellotica, giustificazione, proprio perché supportata dalla quasi totale discrezionalità concessa ai direttori di gara.
Porto un esempio, che tra l’altro non riguarda la Lazio: se il var non va a rivedere il rigore solare negato al Bologna nel pareggio per 1-1 a Torino contro la Juventus del 17 ottobre scorso, a cosa serve questo var? Ma, soprattutto: a chi serve?

Di episodi facilmente ricollegabili a entrambe le fattispecie sopra descritte, già abbonda questo campionato, ma erano abbondanti anche negli anni passati, fin dalla prima introduzione del var. Tornando a Sassuolo-Lazio, dei 5 ammoniti biancazzurri (Rovella, Pedro, Immobile, Luis Alberto e Cataldi) solo il Mago si è meritato la sanzione…

Questi episodi sfavorevoli alla Lazio si stanno ormai ripetendo in serie, in questo campionato ancor più che in quelli precedenti. Basti ricordare il più eclatante e assurdo che concerne il gol irregolare dell’1-0 realizzato dalla Juventus e evidentemente da annullare perché la palla controllata da Mckennie era abbondantemente uscita dal campo, con var e media che però hanno divulgato (chissà se casualmente?) solo le immagini di qualche frame precedente, quando il pallone ancora lambiva la linea del fallo laterale…

A questo punto una considerazione continua a sorgere spontanea, con intensità sempre più prepotente: non sarà che il secondo posto meritatamente conquistato dalla Lazio lo scorso campionato, che ha sottratto a una delle potenti del calcio italiano qualificazione e soprattutto introiti della Champions League, costituisce un evento che non si deve ripetere?
Tanto accanimento arbitrale nei confronti dei biancazzurri è ormai più che sospetto. E, come diceva qualcuno: “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.






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