Il calcio di oggi vive secondo equilibri diversi rispetto a un tempo. Se prima ogni giocatore occupava ruoli ben definiti e difficilmente mutabili, i concetti più moderni prevedono invece posizioni in campo che possono variare a seconda delle circostanze e dell’avversario, per stili di gioco nei quali è molto importante la duttilità. Assunto valido anche per i centrocampisti, chiamati a fare al meglio diverse cose. Luis Alberto ne è un ottimo esempio.

Attacco e invenzioni

L’arrivo di Sarri sulla panchina biancoceleste aveva generato dubbi rispetto a come alcuni giocatori rappresentativi della Lazio avrebbero potuto adattarsi ai suoi schemi. Sembrava farne le spese in particolare Luis Alberto, la cui genialità non pareva collimare troppo con le idee del nuovo allenatore. La realtà ha però visto uno sviluppo differente: dopo un periodo iniziale di ambientamento e difficoltà lo spagnolo ha infatti trovato il suo spazio, tornando a essere un punto cardine nei destini laziali.

In un tira e molla di avvicinamento e distacco, con alcune polemiche vissute nelle ultime estati, l’ex Malaga e La Coruña alla fine è sempre rimasto alla corte di Lotito, cementando un posto fisso da titolare e imponendosi come uomo chiave per la sua inventiva, nonché per la capacità di interpretare un ruolo che gli richiede competenze fondamentali nell’economia di squadra.

Luis Alberto, mai troppo trascurato come possibile marcatore in ogni match nell’ambito delle scommesse sportive, sa toccare benissimo la palla, smistarla, creare pericoli laddove gli avversari appaiono chiusi e impenetrabili. È un maestro in veste di uomo assist, per come riesce a mandare in gol i compagni (perfino il suo stesso portiere, come avvenuto nell’incredibile finale della partita di Champions con l’Atletico Madrid). Sa dipingere traiettorie magnifiche, e non disdegna affatto l’opportunità di segnare: lo dimostrano le statistiche, con stagioni laziali da 11, 9 o 6 marcature complessive in campionato. Si tratta dunque di un pericolo costante per le difese, sa illuminare in ogni momento, e quando è in forma e ispirato, mostra una fantasia fuori dal comune.

Difesa e attenzione

Eppure, nonostante gli sia giustamente lasciata una certa libertà, Luis Alberto ha imparato a rendersi utile anche in fase difensiva. Il secondo posto laziale nella scorsa Serie A, i tanti clean sheet accumulati, sono merito di un’attenzione generale a cui lo spagnolo non si è affatto sottratto. Durante le scommesse live nelle piattaforme dedicate, spesso le quote per un gol subito dalla Lazio sono alte, ovvero di difficile realizzazione: ciò deriva proprio da come tutti sappiano mettersi a disposizione. Il numero 10 non fa eccezione: estro, sì, regia, colpi a effetto, ma anche qualche corsa in più per rincorrere e ostacolare gli avversari.

Parliamo di caratteristiche che ormai quasi tutti gli allenatori cercano e desiderano. Giocatori di qualità che non manchino però in termini di quantità (e viceversa), in meccanismi fluidi nei quali la squadra deve muoversi a tempo, come un’orchestra, aiutandosi sempre e lasciando da parte egoismi da prima donna. Vero allenatore in campo, Luis Alberto lo ha capito, e tutti ne hanno tratto giovamento.

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