Matteo Guendouzi, centrocampista della Lazio, ha concesso un’intervista al quotidiano Il Messaggero dopo l’ambientamento in Serie A nella squadra di Sarri.




“È vero, alla fine ci sono voluti un po’ di giorni per definire tutto fra i club, e fra me e il Marsiglia, ma io nella mia testa avevo solo la Lazio. Ero tranquillo, avevo la certezza che sarei sbarcato da un momento all’altro e nulla me lo avrebbe impedito. Mi volevano pure in Premier, ma io avevo già scelto un progetto serio, un club che ha vinto tanto in passato in Italia e in Europa, e ora con la Champions vuole crescere ancora. Con mia moglie e mia figlia abbiamo fatto già delle lunghe passeggiate, è fantastico il calore dei tifosi e di questa città.

“Sarri mi voleva e mi ha chiamato per dirmi come mi avrebbe fatto crescere ancora. Era fine luglio e io ero già allettato dall’idea di sbarcare in Serie A. Poi avevo già giocato 4 volte contro il tecnico in Inghilterra. Un’amichevole, due gare di campionato, la finale di Europa League. Mi aveva stregato la sua filosofia offensiva, in cui un centrocampista ha anche una certa libertà. Ora devo assimilare ancora molti schemi nuovi, ma lui ha la mia mentalità, vincente”

“Titolare? In passato non è vero che non è andata bene con Landreau e Arteta, ho giocato anche con loro, ma poi hanno preso altre strade. Il mio carattere mi ha permesso di diventare calciatore, di essere qui e di conquistare la Francia. Ora sono pure un po’ cambiato, ho appreso dagli errori di gioventù. Sono meno istintivo, più uomo, un padre di famiglia. Per i tifosi farò come ho fatto con il Marsiglia, più che all’Arsenal. Restituirò con gli interessi quell’accoglienza che ho ricevuto”.

“È vero però che sin da bambino sono stato sempre il capitano della squadra. È una questione di personalità, mi è sempre piaciuto essere al centro, parlare molto con i compagni, nello spogliatoio. Mi piace dire le cose in faccia, quando si va bene o quando si va male”.

“Perché sono tifoso dei Gunners? In Francia l’Arsenal è molto popolare, perché vi hanno giocato molti francesi. “Vestire la maglia della Nazionale era il mio sogno. Quando sono stato convocato, è stato il massimo, mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti da ragazzo. So che Deschamps mi segue”.

“Veramente non ho ancora capito perché mi sia stato annullato il gol al Napoli. Per me era rete, poche storie. Ma ora le regole col Var sono diventate più complicate, mi pare, o anche differenti tra paese e paese. Mi ha fatto piacere sentire subito un grande sostegno. Per questo ho voglia di rendere fieri i tifosi, di segnare, di fare assist, di aiutare la squadra. E ovviamente di vincere dei trofei con la Lazio. Sì, lo so, la numero 8 era di Gascoigne, un idolo qui a Roma”.

“Come faccio a giocare con tutti questi capelli? Io ci vedo molto bene. Sin da ragazzo ho sempre avuto questa chioma. È una parte di me. All’Arsenal ho giocato insieme con David Luiz, era divertente, spesso non ci distinguevano. Non la toglierei per alcun motivo al mondo, neanche per la vittoria di un Mondiale”.






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