di Giorgio BICOCCHI

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica, sempre tra il serio e lo scherzoso, che riassume tutte le voci sulla Lazio, tra partite appena giocate e quelle da affrontare in maniera imminente. Si scende in piazza, in mezzo alla gente per commentare quello che si dice sulla squadra, reduce da una vittoria contro l’Atalanta che ha richiamato atmosfere di calcio d’altri tempi…




“Dotto’, ma nun se potrebbe sempre gioca’ alle tre del pomeriggio?”

“Immaginavo che mi facesse questa domanda. Consideri però che giocare sempre di pomeriggio implicherebbe che la Lazio non disputi più le Coppe… Il gioco vale la candela? Insomma… Ma che le e’ piaciuto del pomeriggio di Lazio-Atalanta?”

“Mah, tutto Dotto’. So’ arrivato allo stadio verso l’una e dopo un sacco, andando verso i Distinti Nord, ho visto un bel cielo celeste. Dotto’, ma non è bello anda’ allo stadio sotto er cielo celeste?”

“Hai voglia, certo che è bello… Ma nei Distinti Nord, con quel caldo che faceva, si è tolto la maglietta come ho visto fare a tanti tifosi?”

“Me sarebbe piaciuto, Dotto’, anche perché poi so’ arrivato a casa quasi disidratato pe’ quel caldo che faceva… Ma non c’ho il fisico… sarei dovuto sta’ co’ la panza all’aria…”

“Però è stato fortunato perché l’azione più bella della Lazio si è sviluppata proprio sotto la Nord col gol di Castellanos…”

“Dotto’, lo sa? Me so emozionato per quell’azione. Tutto in cinque secondi… E poi la corsa del Taty sotto de noi…”

“Insomma, lei vorrebbe giocare sempre alle 15… Le do una brutta notizia però: la Lazio, a Roma, almeno fino a metà gennaio, non ci giocherà più…”

“Ed e’ un peccato, Dotto’. So’ ritornato a casa poco dopo le sei. Mi moje stava in finestra e appena m’ha visto si è messa a canta’… qualche vicino si è affacciato, altri no perché stavano a vede’ la Roma… sti vicini m’hanno guardato e me sembravo come quei sordati che ritornano a casa dal fronte pe’ na’ licenza… Poi me so messo al computer e me so rivisto tutti i gol della Lazio… quanno giocamo alle 21 e io torno a casa all’1 de notte chi vede niente? Alle 6 me devo alza’ pe’ apri’ er banco…”

“Insomma, si stava meglio trent’anni fa quando non c’erano le pay-tv?”

“Certo, Dotto’. Ma poi non ha visto quanti ragazzini c’erano giocando alle tre? Quanno ce li porti alle otto e mezza sapendo che magari er giorno dopo un professore romanista li interroga a scola?”

“Guardi, capisco tutto. Bello giocare di domenica e di pomeriggio. Ma così facendo sempre non giocheremmo le Coppe perché non avremmo anticipi e posticipi… a me il baratto non piace… altrimenti il gol di Provedel non l’avremmo festeggiato…”

“Ha ragione, Dotto’. Io ancora me lo sogno de notte quel gol… Sa che je dico? Basta che la Lazio vince… po’ pure gioca’ alle undici de mattina… je le incarto quelle mele? C’hanno er zucchero dentro…”






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