di Claudio CHIARINI

Stampa, media, social e tifosi romanisti stanno indubbiamente vivendo giorni di grave disagio e sofferenza psicologica.
I sensi di colpa li attanagliano di giorno e di notte; urlacchiano scompostamente in preda a manie di persecuzione; vagano a tentoni alla disperata ricerca di introvabili giustificazioni o, quantomeno, di una qualche logica spiegazione.




Tuttavia, inevitabilmente, la loro sorte resta, possiamo affermare storicamente, quella di ritrovarsi di fronte alla sconcertante, inevitabile, nuda e cruda realtà.
Una realtà dinanzi alla quale, purtroppo per loro, non hanno alcuna efficace arma di difesa.
Possono solo accettarla, con tutta la tremenda frustrazione che ne consegue, oppure negarla, come solitamente fanno, immaginando e disegnando fantasmagorici scenari alternativi da sovrapporre a quelli reali, in modo da poter vivere in un mondo tutto loro fatto di incrollabili illusioni che spacciano per certezze: per loro è più facile ambientarsi e sopravvivere in una Matrix dove si può credere all’asilo che vola senza essere derisi…
I romanisti, in questa loro peculiare caratteristica, ci ricordano in un certo qual modo il famigerato Fantozzi: l’impiegato vessato e tartassato dalla sorte, dagli eventi e dai potenti il quale, per sopravvivere, altro non può fare che abbozzare e resistere, sperando in qualche evento fortunato che però non arriverà mai.

Il fatto del giorno è, per l’appunto fantozzianamente, tragicomico.
La testata web ilromanista.eu, seguita da asromalive.it, siamolaroma.it, romanews.eu, forzaroma.info, tuttiibomberdellaroma.it, news.italy24.press, e laroma24.it (l’unica testata web che, se non altro, ha rimosso la fake news non appena resa edotta della pietosa gaffe commessa) hanno pubblicato le immagini contraffatte provenienti da un sito pirata, che ritraevano i cartelloni pubblicitari dello stadio Olimpico durante Lazio-Atalanta non con le reali scritte degli sponsor della Lazio, ma con un tipo di sponsorizzazione, a loro giudizio, scabrosa. Forse perché della stessa origine di quella Saudita che compare sulle loro maglie.

Lo screenshot originale dall’Olimpico e quello utilizzato dai siti “pirata” con le scritte in arabo sovrapposte, per mostrare sponsor locali

Non contenti si sono persino inventati la notizia bomba: il classico “sgub” alla Biscardi. Il Romanista ha infatti pubblicato (ed ancora non ha rimosso!) la falsa notizia dal titolo: “Lazio, spunta lo sponsor di Ryad”. (Commettendo ulteriore gaffe perché i modi corretti per scrivere il nome della città sono: Riyad, Riad, Riyadh. Infatti, ma solo successivamente, il nome della città correttamente: Riyadh). “Il club biancoceleste ha annunciato una collaborazione qualche mese fa con la società Saudita #HungerStation, partner di #Vision2030 avviando una partnership simile a quella fatta dal club giallorosso”.

Individuiamo allora l’elemento decisivo della falsa notizia, quello che rende la fantasmagorica realtà parallela creata dal povero romanista utile per attutire, almeno momentaneamente, i rodimenti e le sofferenze: questo elemento è il tempismo. La frase “liberatoria” delle ansie peperoniche è infatti “qualche mese fa”, fatto che scagionerebbe la Roma, se non altro, dalla primordiarietà della sponsorizzazione scabrosa. Dal resto, lo sappiamo bene, loro sono abituati ad arrivare sempre dietro o dopo…
Del resto, se non ci fossero loro, il mondo del calcio sarebbe privato del principale spunto di derisione e divertimento… Grazie di esistere!
Dal versante goliardico passiamo però adesso al versante serio e grave: il fatto che la falsa notizia, evidentemente a loro giudizio denigratoria nei confronti della Lazio, non venga rimossa da tutti questi siti!
Evidentemente l’obiettivo è quello di utilizzare la fake news per diffondere realtà false e illusorie. Una moda che purtroppo è diventata la regola di tutto il mondo dell’informazione.






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