di Claudio Chiarini

Un passo indietro che fa ben sperare. Immediatamente dopo aver ricevuto la squalifica di quattro giornate comminata dalla Uefa, José Mourinho ha deciso di rinunciare a far parte dell’Uefa Football Board, l’organo proposto e costituito da Zvominir Boban per suggerire proposte e idee sul miglioramento del mondo del calcio, tramite nuove regole. “Caro signor Boban – scrive il Mou -, nel ringraziarvi per l’invito che mi avete rivolto a far parte dell’UEFA Football Board, mi dispiace informarvi che, con effetto immediato, rinuncerò alla mia partecipazione a questo gruppo. Le condizioni in cui credevo così fortemente quando sono entrato non ci sono più e ho sentito l’obbligo di prendere questa decisione. Le chiedo cortesemente di comunicare la mia decisione anche al Presidente Sig. Aleksander Čeferin. Cordiali saluti, José Mourinho”.
Il Mou, oramai noto RosicOne, si comporta come il bimbetto dell’asilo che interpreta la punizione inflittagli dalla maestra come un torto e reagisce facendole un dispettuccio, anziché riflettere sull’errore commesso e cambiare atteggiamento. Pazienza, del resto il denaro, per tanto che sia, non compra né la maturità né tanto meno la saggezza…
La bella notizia allora sta nel fatto che questo personaggio, anche se con la motivazione della puerile ripicchetta, comunque si sia tirato indietro. Ed è sempre troppo tardi, perché ha già provocato troppi effetti negativi, essendo uno degli influencer più famosi che si aggirano nel disgraziato mondo del calcio, col suo pessimo esempio che ha contagiato moltissimi tifosi, giovani e non più giovani, soprattutto tra gli sventurati romanisti.
La presenza di Mourinho all’interno della Uefa Football Board costituiva sicuramente un grave paradosso del quale il disastrato e sconclusionato mondo del calcio non ha assolutamente bisogno. La sua fuoriuscita, al contrario, rappresenta un elemento di iniziale pulizia.

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