di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

Eccolo, il primo gol in Serie A. Realizzato sotto la Sud, con un colpo di astuzia. Traiettoria lenta ma precisa, Terracciano che guarda la palla entrare in porta. L’Olimpico che trattiene il fiato, quasi sorpreso da quella improvvisa procedura, Casale che si porta in area avversaria e colpisce.




Vedendo la calma olimpica con la quale gioca e chiama i movimenti dei compagni di reparto – a volte persino più di Romagnoli – si capisce perché Sarri ne ha espressamente chiesto l’ingaggio la scorsa estate.

Casale sembra sapere sempre dove potrebbe appalesarsi il pericolo. Sapienza tattica, un fisico invidiabile, tranquillo e caparbio nelle chiusure. Martedì scorso aveva cancellato dal campo Giraud, poi sostituito. E, contro la Viola, mai ha sbandato contro Jovic, prima, e Cabral, poi. Togliendosi anche la soddisfazione di timbrare per la prima volta il tabellino tra i marcatori di Serie A.

Un ingaggio super – indovinato. La conferma che anche nel mercato italiano – senza dragare e farsi irretire da chissà quale bacino oltreconfine – si possono acquistare giocatori forti, con un bagaglio tecnico già svezzato. Cresciuto tatticamente alla scuola di Juric, Casale è adesso pronto per il nuovo corso difensivo della Nazionale. Impossibile non tenere conto della sua crescita. Prende posizione, ti toglie il pallone senza commettere fallo, in acrobazia non lo sposti. E nei ripiegamenti mai sbanda. Ecco perché un attaccante – contro di lui – rischia la frustrazione domenicale.

Veneto di poche parole sembra essersi integrato bene con la Lazio e con la tentacolare, nostra città. Funziona il legame in campo con Romagnoli e Provedel. Un terzetto d’autore che ha contribuito a fare della difesa della Lazio la seconda, meno bucata retroguardia del Campionato (16 gol in 20 gare). Tanto da alimentare un rammarico: ne avessimo avuti almeno un paio di loro, negli anni scorsi, saremmo andati in Champions con la pipa in bocca…






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