di Giorgio BICOCCHI

Come alimentare la crisi di risultati (ma anche di prestazioni) che, da quattro gare, zavorra il Diavolo-Campione? Evitando, ad esempio, di dargli coraggio nei primi minuti scendendo in campo indecisi e contratti. Sarebbe opportuna una sana aggressione, invece, sui portatori di palla, pronti poi a schizzare di rimessa. Perché l’ultimo Milan, quello che stato eliminato in Coppa Italia da un Toro in 10 e che ha incassato – quasi senza reagire – tre gol dall’Inter a Riad, ha proprio mostrato evidenti crepe difensive frutto dello scorso stato di forma di Tomori, Kalulu e Hernandez.




Lazio accorta ma aggressiva, allora, per evitare che il Milan acquisisca – sin dai primi minuti – fiducia e autostima. Serve una prova d’autore, ovvio, anche perché il Milan – almeno quello dello scorso anno che ci rifilò 8 gol in tre gare senza soffrire granchè – pare il prototipo di squadra che una squadra come la nostra (col passo monocorde in mezzo al campo) patisce.

Ecco perché sarebbe opportuno limitare Tonali, ad esempio, vero motore rossonero, diventato forte, completo e agonisticamente sempre sul pezzo. Oppure le avanzate dei due esterni difensivi. Senza contare le progressioni di Leao, ovvio, o le percussioni di Rebic, un altro che lo scorso anno ci fece male.

Sicuro, anche la Lazio possiede le risorse per acuire la crisi rossonera. Le sventagliate di Luis Alberto per Felipe e Zaccagni, ad esempio, le progressioni di Lazzari, gli spunti di Pedro, la avanzate di Milinkovic che mai ha segnato al Diavolo.

Resta, peraltro, una partita complessa. La penalizzazione della Juve potrebbe dare pressione alla nostra squadra? Tutto può essere, la storia ha spesso certificato che nelle gare-chiave questa squadra si è spesso smarrita, cedendo il passo alle eccessive attese. Questa però è una sfida il cui esito orienterà molto del nostro destino: vincere – ma anche uscire indenni – alimenterebbe la fiducia (a patto di superare poi domenica la Fiorentina), andare fuori strada, invece, significherebbe certificare l’inadeguatezza complessiva a far parte del gruppo che conta della classifica.

L’Olimpico, appassionato come sempre, accompagnerà gli auspicii biancocelesti. Con la speranza che l’arbitro Di Bello – che ci fa rammentare il famigerato Lazio-Torino 2017 (era al Var) – non contribuisca, magari con qualche decisivo fischio al rovescio, a scaraventare al secchio i nostri sogni di gloria…

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