di Giorgio BICOCCHI

Quint’ultimo in classifica, solo 17 gol segnati, solo 4 vittorie nelle 17 gare disputate, 1 punto raccolto nelle ultime 6 sfide, fuori – per infortunio – il portiere titolare, Consigli, il play-maker di riferimento Maxime Lopez e il centravanti titolare, Pinamonti. Sembra un bollettino di guerra ma è solo il report dello stato del Sassuolo. Diffidare però, figuratevi per la Lazio di questo momento che ha perso l’abbrivio contro Lecce e Empoli proprio sul più bello, nel momento in cui doveva spiccare definitivamente il volo.




Le chiavi-tattiche del viaggio all’ora di pranzo al “Mapei”, peraltro pitturato di biancoceleste per via di quei cinquemila appassionati che partiranno all’alba da Roma? Tre. La prima: limitare gli spunti dei due esterni d’attacco neroverdi, Berardi e Lauriente. La seconda: attaccare i due centrali difensivi del Sassuolo che giocano molto sull’anticipo ma soffrono la velocità. La terza: andare in pressing su Obiang, uno che sa ragionare, vero, ma spesso va in tilt se gli si toglie il respiro.

Resta comunque una gara mica facile perché lo stato della Lazio è tipico del malato ancora convalescente. Serve però la svolta, anzi la “svoltona”, perché poi il calendario si fa scosceso (Milan, Fiorentina, Atalanta in casa, il rischio concreto è di staccarsi dal treno delle prime, chiamate invece a contemporanei impegni più morbidi).

Rinunciare a Luis Alberto? Mai. Anche perché – mancando Lazzari per squalifica – ci serve in campo uno che smisti la palla e inventi assist. A chi chiedere di più rispetto ad altri? Felipe e Zaccagni, in primis.

Fondamentale sarà non dare fiducia al Sassuolo sin dai primi minuti, magari entrando in campo contratti. Dionisi viene da una striscia negativa importante e si sa come sono queste situazioni: sei nervoso, la palla scotta nei piedi. Ecco perché una partenza-sprint della Lazio potrebbe acuire i disagi psicologici dei neroverdi. Al “Mapei” perdiamo da due stagioni di fila. L’ultimo nostro squillo risale al novembre 2019 con il lampo in extremis di Caicedo. Ecco, servirebbe un blitz del genere per recuperare smalto e autostima. E per tornare alla vittoria che manca – tra un Mondiale e una maxi-sosta – dal 10 novembre…






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