di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

Ormai è chiaro: sollecitato quotidianamente da Sarri, Mattia Zaccagni studia per diventare il nuovo Insigne. La sua finta (scarto, scatto, progressione, tiro o appoggio a chi arriva a rimorchio) è diventata il lucente copyright. E, dando un’occhiata agli highlights delle Coppe, ci sono ormai pochi giocatori che, in Europa, lo stanno emulando.




Anche contro i danesi Mattia on fire. Lo vedevi partire palla al piede ed era quasi matematico che qualcosa accadesse. E, nella ripresa, è avvenuto quello che già doveva accedere nel primo tempo. Dapprima una traversa con un tiro velenoso, convergendo sul piede destro. Poi un’altra rasoiata insidiosa. Infine il gol, propiziato da uno slalom sulla sinistra, suggellato in porta da Pedro, sull’altro versante. Da Tribuna Monte Mario a Tribuna Tevere, da un esterno alto ad un altro esterno: chi ha studiato a Coverciano avrà esultato davanti alla tv.

Può dare ancora molto, Zaccagni, in fase offensiva. Forse l’assenza forzata di Ciro ha responsabilizzato tutti, chissà. Perché a Felipe sembra piacere da matti il ruolo di centravanti di manovra che però poi si getta a perdifiato negli spazi. Senza tralasciare Pedro, sempre più decisivo quando la palla scotta. E Sergej, con quella fascia da Capitano al braccio, sembra davvero maggiormente coinvolto nel tessuto della squadra. A tutti loro si aggiunge Zaccagni. E per gli avversari – fatti due conti – mica deve essere facile arginare un simile ventaglio di classe e continui estri.

Ora serve un ulteriore percorso di crescita, soprattutto realizzativa. Perché sembra veramente ingiusto che Mattia possa segnare in stagione soltanto 7-8 gol. Nei piedi ne possiede almeno il doppio, tanto vasto è il suo repertorio. Merito del Comandante – come avvenuto per Patric e Cataldi, ad esempio – averlo continuamente sollecitato ad uscire dal guscio, mostrando senza remore le sue qualità. Ci provi ancor di più a concludere in porta. Sa calciare con entrambi i piedi, oltre a mandare ai pazzi qualsiasi terzino avversario. Lo ribadiamo: averlo strappato al Verona a soli 8 milioni è stato un autentico colpaccio. Lo avevamo a 500 km il fenomeno. Senza dragare sterili bacini oltrecortina…






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