di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

Ha inseguito come una trottola chiunque gli capitasse a tiro, Pedro, nella tempestosa notte col Graz. Segnando – regolarmente – con una delle sue azioni predilette. Controllo in corsa, scarto e poi destro sanguinoso che ha trasformato la palla in una saponetta per il portiere austriaco. Avremmo meritato di vincere con la sua ennesima prodezza, già. Come non avremmo meritato di perdere, lo scorso febbraio, quando “Pedrito”, sempre sotto la Nord, scaricò al volo un destro di rara potenza e precisione contro il Napoli.




Non solo ci ha abituato a costruirsi gol pesanti, Pedro. Ma è impagabile il suo modo generoso di stare in campo. A 35 anni avrebbe potuto dire: “sapete che c’è? Me ne vado nel Golfo Persico… Sole, calcio si ma con giudizio, stipendi da nababbi…”. Seguendo le orme, insomma, de tanti ex-compagni (come Xavi, ad esempio) del Barcellona che hanno scelto mete come Dubai o Doha per staccarsi gradualmente – ma lautamente retribuiti – dal calcio giocato.

E, invece, Pedro ha scelto di restare ad alti livelli. Ed è ammirevole l’umiltà e la dedizione che, in tutte le gare che disputa, sprigiona in campo. Incurvandosi e partendo a razzo, braccando gli avversari nei ripiegamenti. Mostrando tigna, coraggio. Indicando la strada, insomma, ai compagni più giovani.

Continuerà a segnare ancora per noi, Pedrito. Confermando – ancora una volta – che gli ex-romanisti spesso e volentieri hanno lasciato tracce profonde nella nostra storia (vedasi Maestrelli, Petrelli, Eriksson…). Ora, fino a metà novembre e alla conseguente, lunga sosta per i Mondiali, gli chiederemo altri sprint e altre prodezze. Per prenderci il passaggio del turno nel girone di Europa League e per restare attaccati al treno delle prime, in campionato. E “Pedrito” sarà in prima linea, come sempre, sorretto da una classe senza età, ad indicarci la strada…






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