di Giorgio BICOCCHI

Sarri aveva scelto il Verona – già, la sua vecchia squadra – per farlo esordire. E, anche a mente fredda, riavvolgendo il film della gara, Niccolò Casale ha confezionato un ottimo esordio. 




Innanzitutto ricordiamo solo un paio di falli commessi nell’intero arco della sfida contro i gialloblù: segno che il ragazzo – un armadio di 195 centimetri, bravo però anche nello scatto breve – ha saputo domare gli avversari con sapienza, agendo molto sull’anticipo, usando il fisico per prendere posizione – soprattutto contro Lasagna, uno che, se parte, ti lascia sul posto – insomma, limitando alla grande qualsiasi velleità.

Un debutto che conforta. E poco importa se la comunicazione verbale con Patric debba essere migliorata: Casale ha disputato contro il Verona la sua prima gara stagionale ed è evidente che molte sfumature debbano essere eliminate, come anche la sua connessione, in campo, con il play-maker che avvia la nostra azione.

E’ un tipo di giocatore che, se supererà in fretta una naturale timidezza (l’Olimpico resta catino che inquieta…), crediamo possa proporsi con profitto anche in fase offensiva, soprattutto sugli sviluppi di angoli e punizioni.

In attesa di vederlo al fianco di Romagnoli, la Lazio si coccola uno dei sui colpi di mercato più costosi. Dicono che un difensore debba commettere meno sciocchezze possibili: e allora Casale si candida per essere un elemento che pulisce con puntualità le trame avversarie, sapendo anche correre a ritroso (quanti difensori, nelle ultime sciagurate stagioni, abbiamo visto in grande difficoltà anche in queste fasi di non possesso…), eccellente anche inacrobazia.

Non sappiamo se il mister lo schiererà anche nella trasferta europea in Danimarca. Ma, finalmente, dopo oltre un mese di apprendistato, Casale è entrato nelle rotazioni difensive, acquistando minutaggio, confidenza col reparto e con il resto della squadra. E poi il suo esordio si è coniugato ad un successo: anche chi crede in queste cose sarà stato servito…






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