di Giorgio BICOCCHI
Hai capito, Gabarrón… Tanto che adesso la domanda è: ma Casale riuscirà a diventare un titolare della Lazio? Patric ormai non sbaglia una mossa. Autoritario contro il Bologna, autorevole, puntuale e sicuro contro il Toro che pure allineava attaccanti insidiosi e dal diverso repertorio.
A parte una sbavatura iniziale (un angolo regalato a Radonjic sotto la curva popolata dai Laziali), lo spagnolo gioca una gara semplicemente perfetta, abbonandosi a Romagnoli, annacquando – per tempismo e senso della posizione – qualsiasi velleità granata.
Nella gestione-Inzaghi era considerato una sorta di jolly, il “Manny – tuttofare” da schierare all’occorrenza: laterale destro, sinistro, persino esterno alto, una sorta di antica “ala tattica”.
Con Sarri la scoperta (improvvisa e graduale) di essere bravo anche nel cuore della difesa. Vero, giornatacce ce ne sono state: come a Verona, nell’ottobre 2021, quando lui e Radu vennero ridicolizzati da Simeone, autore di un poker, mica quisquilie.
Poi la crescita, lo studio del nuovo ruolo, l’applicazione, gli allenamenti intensi. Tanto da meritarsi – adesso – i galloni di titolare al fianco di Romagnoli e far sorgere, di conseguenza, quella domanda: ma Casale riuscirà a strappargli il posto?
Sarà che la Lazio sarriana sembra quest’anno maggiormente equilibrata, sarà che la squadra incassa meno ripartenze e pare più solida. Ma un riscontro e’ inoppugnabile: questo Patric e’ giocatore rinato, finalmente donato alla causa biancazzurra dal felice cambio di mansioni ideato da Sarri. Che ormai lo considera – prestazioni alla mano -autentico centrale difensivo, possedendo tempi e senso dell’anticipo. “Si, ma vediamolo adesso contro Lautaro o gli attaccanti di Spalletti”, chioserà il solito, instancabile grillo biancazzurro. Intanto Gabarron, fresco di pluriennale rinnovo, si è preso la Lazio. E, commentando le sue prestazioni, nessuno sogghigna più, elargendo bocciature e/o punti interrogativi.
