di Claudio Chiarini
e Marco Valerio Chiarini

La 25° giornata è stata caratterizzata da ben 5 pareggi. Importanti ai fini dell’alta classifica soprattutto quelli delle super sfide Napoli-Inter e Atalanta-Juventus, finite entrambe 1-1, oltre il 2-2 raccolto al 90° minuto dalla Roma a Reggio Emilia contro il sassuolo. Questi tre risultati hanno accorciato ulteriormente la classifica a vantaggio di Milan, vittorioso sulla Sampdoria (1-0), Lazio, che ha restituito al Bologna il 3-0 subito all’andata, e Fiorentina, che ha colto 3 meritati punti in trasferta con lo Spezia (1-2).

Pareggi significativi anche quelli tra Empoli e Cagliari (1-1) e soprattutto nella sfida tra “disperate” Genoa-Salernitana (1-1), secondo pari di fila per i granata che è costato la panchina a Colantuono, anche perché avvenuto dopo il potente rafforzamento operato dal nuovo Ds dei campani durante il mercato invernale.

In centro e bassa classifica il balzo in avanti l’hanno compiuto dunque il Verona con il 4-0 casalingo all’Udinese, e il Venezia che ha strappato una vittoria per 1-2 a Torino con un finale tragicomico di stampo fantozziano di cui diciamo in coda.

La lente d’ingrandimento sulla Lazio mostra una squadra scesa in campo con determinazione, che ha saputo approfittare dell’arrendevolezza del Bologna e, soprattutto di un rigore sacrosanto da regolamento, ma che ha suscitato discussioni nonostante la chiara dinamica: la manata assestata da Soumaoro sul volto di Zaccagni, mentre il difensore bolognese usciva in modo sicuramente scomposto dalla propria area di rigore palla al piede, con il laziale che lo inseguiva, è sicuramente un gesto inutile ed evitabilissimo, che non avrebbe compiuto se alle sue spalle non si fosse trovato nessun avversario. Dunque, da regolamento, il rigore è ineccepibile, e forse è giusta anche la mancata ammonizione a Soumaoro, già sufficientemente punito dal penalty per la sua dabbenaggine. Certo è però che si tratta, come ha onestamente e genuinamente ammesso Sarri di “un rigore che due o tre anni fa non avrebbero mai dato”.

Detto ciò la Lazio ha sfoderato una prestazione che ha messo in luce i grandi progressi compiuti da Zaccagni (doppietta, eccellente), e confermato le doti di tutti i big: immobile (ottimo), Luis Alberto (ottimo), Pedro (ottimo), Lazzari (ottimo, peccato per l’infortunio proprio adesso che aveva ingranato alla grande), con il solo Milinkovic-Savic stavolta un gradino sotto agli altri (buono) e Felipe Anderson (buono, da subentrato), Cataldi (buono, da subentrato). La difesa ha retto bene, aiutata molto dalla scarsa vena offensiva del Bologna: Strakosha (buono le rare volte in cui è stato impegnato), Luiz Felipe (buono), Patric (buono, anche in fase di impostazione), Marusic (buono, una sola distrazione). Non giudicabili Moro, Radu e Basic entrati solo per pochi minuti a vittoria già ampiamente acquisita.

Ottimo stavolta anche a Sarri che, dopo il disastro di Coppa Italia a Milano, torna sui propri passi e rimanda in campo i titolari di Firenze, ottenendo la prestazione e la vittoria che avrebbe potuto conquistare anche in coppa contro il Milan.

E a proposito del regolamento che sta rovinando il calcio, vediamo ora al tragicomico evento che ha caratterizzato questa giornata di campionato. In Torino-Venezia abbiamo assistito in pochi minuti a due episodi che rendono benissimo l’idea di quanto alcune regole cervellotiche stiano rendendo il calcio uno sport che rischia in alcuni casi di sfiorare il ridicolo, tanto da cominciare a far disamorare sempre più tifosi.

La causa di tutto ciò è l’insano utilizzo del Var che viviseziona fotogramma per fotogramma gli istanti delle azioni di gioco, perdendo totalmente di vista, fino ad escluderlo, un elemento fondamentale: quello della dinamica dell’azione di gioco.

Così accade che il gol del pareggio di Belotti realizzato di testa al 90° venga annullato per un cavillo del regolamento che rende fondamentale la posizione di fuorigioco passivo di un piede di Pobega che darebbe fastidio a Caldara, impedendogli di contrastare il colpo di testa di Belotti. L’arbitro Var Maresca, coadiuvato dall’assistente Var Di Iorio, segnala il fuorigioco passivo di Pobega e invita l’arbitro in campo, Giua, al monitor. Questi, non si sa come, rileva un’interferenza di Pobega su Caldara, che in realtà non esiste perché, al contrario, è Caldara che tiene leggermente Pobega per la maglia! Tuttavia il gol di Belotti viene annullato tra lo stupore e l’incredulità di giocatori, staff e tifosi granata.

Pochi minuti dopo, al 94’, l’assurdo si replica. Contrasto a centrocampo tra Linetty e Okereke. L’arbitro fischia punizione e ammonisce il granata. Interviene il Var che rinvia Giua al monitor: non c’è fallo da parte di Linetty, che prende il pallone e solo successivamente, sull’abbrivio dell’intervento, travolge Okereke il quale, cadendo, calpesta leggermente Linetty, in modo evidentemente involontario. La dinamica dell’azione è talmente chiara che persino gli allineatissimi telecronista e commentatore di Dazn si permettono di sbilanciarsi sull’accaduto, soprattutto Marco Parolo (l’ex calciatore addetto al commento) si azzarda a prendere posizione ed evidenzia come si tratti di un normale contrasto di gioco. Invece l’ineffabile Giua si basa sul fermo immagine del pestone per togliere giustamente il giallo a Linetty, comminando però un assurdo rosso a Okereke. Invidiabile l’aplomb con il quale il nigeriano del Venezia esce dal campo dopo la ridicola espulsione subita.

Che voto dare all’improvvido trio Giua-Maresca-Di Iorio? A nostro avviso 2. Giudizio: come rovinare una bella e intensa partita di calcio interpretando in modo cervellotico un regolamento già di per sé cervellotico.

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