(Foto: Foxsports.it)

Cento anni fa nasceva il triangolino tricolore che ancora oggi campeggia sulle divise azzurre della Nazionale di calcio. Luogo della genesi Fiume, che nel 1920 è sotto la reggenza dei legionari di Gabriele d’Annunzio. È proprio il poeta-soldato a organizzare assieme all’ufficio sportivo militare un incontro di calcio tra  fiumani e legionari dannunziani con l’obiettivo di fortificare l’affiatamento tra le due fazioni in vista del futuro combattimento bellico per riunire Fiume all’Italia. La partita viene fissata il 7 febbraio 1920 allo stadio di Cantrida.

Inizialmente si ipotizza di far vestire entrambe le squadre con i completi ufficiali utilizzati per il campionato di calcio dalle formazioni locali di Gloria ed Esperia. I fiumani utilizzano il completo nero-verde stellato dell’Esperia. Alla fine, si decide di far indossare ai legionari la classica camicia azzurra, simbolo della nazionale italiana. All’epoca, però, sulle casacche campeggiava sempre lo scudo sabaudo. Al massimo era successo che, alle olimpiadi inter-alleate di Parigi 1919, gli italiani avessero sfilato con la bandiera bianca, rossa e verde sulle maglie, ma sempre con lo stemma sabaudo al centro. I legionari dannunziani si presentano sul campo con il classico completo composto da casacca azzurra e calzoncini bianchi, ma stavolta sul petto – al posto dello scudo sabaudo biancorosso che campeggiava sulle divise delle nazionali italiane dell’epoca – appare uno scudetto tricolore (bianco-rosso-verde) in foggia sannitico-antica, senza alcun fregio all’interno, che vuole rappresentare il repubblicanesimo.

(Fonte: Calciomercato.com)

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