di Alessandro DE CAROLIS

L’ultima giornata di Serie A ha tenuto in ansia fino all’ultimo minuto ben sei squadre: il trio “Champions” (Inter Atalanta e Milan) e il trio “Retrocessione” (Genoa, Empoli e Fiorentina). Gli ultimi verdetti non sono stati così scontati ne così facili da ottenere. L’Inter si è ritrovata nuovamente per il secondo anno di fila a giocarsi la Champions negli ultimi 90′ di gioco e per poco non ne usciva beffata questa volta. I nerazzurri hanno vinto di misura e senza non poche difficoltà contro un agguerritissimo Empoli. Samir Handanovic ha dimostrato più che mai il recente premio di miglior portiere della Serie A negando almeno 3 gol ai toscani. Il bacio di Skriniar sulla nuca dell’estremo portiere nerazzurro è la foto-simbolo della serata. L’Empoli è stata l’ultima a salutare per quest’anno la Serie A, ma ne è uscita a testa alta tra gli applausi. La squadra di mister Andreazzoli ha raccolto pochissimi punti rispetto al bel gioco espresso (uno dei più belli dopo l’Atalanta). Meritava la promozione rispetto ad altre squadre come Genoa, Udinese e la stessa Fiorentina. A Bergamo invece un’intera città ha fatto festa tutta notte per le strade per una qualificazione storica: la prima della storia atalantina. Gasperini da quelle parti è un eroe nazionale, quasi un santo protettore insieme a San Alessandro. A lui i meriti più grandi di aver rivitalizzato giocatori come Zapata e Ilicic su tutti quasi mandati via a calci dalle altre squadre. Ha espresso al massimo il potenziale del Papu Gomez, ma sopratutto ha messo su una rosa con elementi sconosciuti emersi dal nulla quest’anno. L’esplosione dei vari Castagne, Hateboer, Gosens, Palomino, Mancini hanno reso la Dea la squadra rivelazione del campionato. A suon di gol (miglior attacco del torneo) è la squadra che più a meritato la Champions. A Milano invece la festa è solo a metà: con la parte nerazzurra vista la grande delusione rossonera. Una Champions che ormai manca da troppi anni e quest’anno svanita all’ultima giornata. Un’ennesima rivoluzione societaria e tecnica è ormai alle porte a Milanello, e per i tifosi la coppa dalle grandi orecchie pare ormai paradossalmente quasi un miraggio ormai. Fanno “festa” anche Fiorentina e Genoa in una partita noiosa da uno 0-0 prevedibile dal sapore inconfondibile di “biscotto”. A differenza del Genoa che esplode in commozione e gioia sul campo di Firenze, la Fiorentina festeggia la permanenza in Serie A uscendo dal campo sotto una pioggia pesante di fischi e insulti. La Roma, senza nulla da festeggiare per la mancata Champions, si consola facendo la festa d’addio alla sua ultima bandiera: Daniele De Rossi. Un addio amaro, reso cosi dalla decisione della società, in un anno dove tutto è andato storto. Un’annata non positiva in campionato neanche per la Lazio, salvata in extremis nel finale con la vittoria della Coppa Italia tanto da portare a casa il quinto trofeo nei dieci anni dell’era Lotito. Juventus e Napoli chiudono entrambe con una sconfitta sui campi di Sampdoria e Bologna.

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