Alvaro Moretti, vicedirettore de Il Messaggero, è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Il quarto posto si gioca col “ciapanò”, in realtà le squadre che stanno competendo evidenziano diversi difetti. L’Inter è riuscita a staccarsi un po’ dal terzo posto, la Lazio dalla sua sta dimostrando di avere poca confidenza coi momenti topici della stagione. Forse le scelte dell’allenatore, forse la personalità dell’allenatore, ma questo può essere considerato un difetto strutturale cronico, ormai.”




“Alla Roma dalla sua è bastata una vittoria per riuscire a rilanciarsi per il quarto posto, nonostante ne sia stata sottolineata la crisi può avere anche i crismi della favorita considerando anche l’esperienza accumulata. Secondo me relativamente al pari col Sassuolo dei biancazzurri va sottolineata una cosa: i cambiamenti in squadra si devono fare quando si è consolidati: la Lazio ha fatto una grande partita con l’Inter ma la squadra è stata un po’ stravolta. Quello è un assetto che doveva essere mantenuto: contro la Spal c’è stato forse un problema di mentalità, questa è una fase in cui la Lazio non può sbagliare: la Lazio da una parte si era liberata della parte pesante del suo calendario ma in realtà non è così, affrontare il Napoli oggi è un’altra cosa: c’è anche un po’ di sfortuna in questo senso, il calendario andrebbe pesato considerando come cambiano le gerarchie durante la stagione: la stessa Juventus è un avversario più abbordabile rispetto a pochi mesi fa. Bisogna restare attaccati all’obiettivo ma la squadra non mi sembra del tutto pronto.”




Da una parte c’è un problema nel gestire gli impegni infrasettimanali, dall’altra c’è una squadra che difetta in mentalità, come avvenuto l’anno scorso in cui al netto degli errori del VAR ha buttato via tantissime occasioni. Anche contro Spal e Sassuolo la squadra sembrava troppo sicura, senza considerare la trasferta di Firenze dove la squadra è stata troppo convinta della troppa bellezza. Forse conta la gestione del turn over che è stato troppo poco competitivo, chi gioca sa di avere il posto assicurato e chi entra sente troppo precaria la sua presenza, senza pensare di poter davvero cambiare le gerarchie di Inzaghi anche con prestazioni convincenti.




Immobile è un calciatore che dipende molto dalla squadra e da come essa si esprime, è un finalizzatore di gioco che ha sofferto la prima fase della stagione in cui la squadra non riusciva ad esprimersi. Poi va detto che la Lazio ha segnato molto molto meno quest’anno, e non avere partner offensivi affidabili, anche quando si producono tante occasioni da gol come a Firenze, ha un peso. La Lazio ha cambiato in positivo facendo coesistere molti giocatori offensive e sbloccandosi contro le grandi, forse questa formula “fantasia” privilegiando il palleggio e arretrando Luis Alberto finisce col penalizzare Immobile, che sfruttava molto gli assist dello spagnolo e di Milinkovic-Savic per essere efficace nella finalizzazione. Ad ogni modo trovare la formula giusta sarà importante perché è ancora tutto possibile in questa partita di “ciapanò”.






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