Al termine dell’allenamento di ieri, Francesco Acerbi è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio. Ecco le sue parole:

“Stiamo vivendo un buon periodo, abbiamo vinto nelle ultime gare, abbiamo giocato bene, peccato solamente per il pari di Firenze in cui abbiamo disputato un ottimo primo tempo, ma andare al Franchi e subire solo due tiri non è da tutti, dobbiamo migliorare nella capacità di restare in partita per tutti i 90 minuti.

Lavoriamo di squadra, attacchiamo e difendiamo tutti, la qualità del nostro centrocampo è un pericolo per tutti gli avversati. Se non ci si aiuta, in Serie A non si vince contro nessuno: nelle ultime gare abbiamo messo in mostra un ottimo senso di gruppo ed i risultati sono arrivati.

Dico quello che penso, in modo giusto, occorre sempre riportare come stanno realmente le cose. Quando non si esprimono cose vere, dentro ci si sente anche un po’ sporchi: solo così si sta bene con sé stessi. Non bisogna nascondersi dietro alle paure ed affrontare tutto con la giusta testa.

In campo mi piace aiutare i compagni ma anche essere aiutato, perché non sono Dio in terra. Cerco sempre di fare le cose con la massima intenzione, ringrazio i miei compagni che sono lì a supportarmi, mi seguono, come io seguo loro. L’umiltà è l’aspetto più importante per andare avanti nella vita e sul campo.

Cerco di capire i momenti, quando ci vuole più calma o quando più forza, quando attaccare o quando difendere. Sul campo ci sono anche gli avversari, vanno ben gestiti i momenti della partita. Non è semplice, cerchiamo di mettere il nostro meglio in campo.

Con il Milan eravamo abbastanza prudenti, in questo momento i rossoneri vivono di ripartenze ed in casa volevamo fare la partita, ma sempre con la giusta attenzione. Con la Roma è sempre un derby, ma non c’è stata partita sin dai primi minuti, si sentiva in campo, nelle difficoltà altrui siamo stati bravi a spingere per gli interi 90 minuti. La stracittadina dà qualcosa in più, è difficile ripetersi nelle altre gare ma farlo ci consentirebbe di compiere un importante passo in avanti.

Leiva è un leader silenzioso, per noi è imprescindibile, come Luis Alberto, Parolo e Milinkovic, ognuno dà il suo contributo. Il brasiliano fa filtro, recupera palloni e costruisce la manovra, per noi è importantissimo, ma anche Badelj, quando gioca, è un giocatore forte.

Abbiamo qualità nel palleggio, lo abbiamo dimostrato in molte gare, l’ultima contro il Parma. Giochiamo bene di prima, gli avversari vengono a prenderci molto alto, ma Milinkovic e Caicedo ci aiutano sui palloni lunghi, l’importante è sfruttare tutte le frecce nel proprio arco. Le altre squadre ci conoscono, è importante avere delle alternative.

Strakosha è un ottimo portiere, è ancora giovane, ha ampi margini di miglioramento, è un estremo difensore affidabile. Mi fido di chiunque giochi al mio fianco, deve essere così. Al compagno di squadra devo dare una mano e devo sapere che da lui posso ricevere il sostegno.

Giocando con la difesa a tre, è importante che il terzo aiuti in sovrapposizione a dia imprevedibilità alla manovra,ma anche che sia pronto a chiudere subito sulle ripartenze.

Mi sono legato molto a Parolo, veniamo da luoghi vicini, ma anche con Immobile, Radu e Lulic si è creato subito un ottimo rapporto. Abito vicino a Marco, noi due siamo un po’ più d’accordo. Il Boss è un leader nello spogliatoio. Vado d’accordo con tutti.

Quando non sono stato convocato da Mancini mi sono chiesto il perché, poi mi sono domandato se avessi dovuto dare di più, ma non è così. Tutti vogliono andare in Nazionale, l’importante è fare bene per andare agli Europei. Se a fine stagione non dovessi essere nell’elenco azzurro per la kermesse continentale, sarò comunque a posto con la coscienza se avrò dato tutto. La vita mi ha insegnato a guardare avanti, a dare il massimo ed a comportarmi bene. Non sono un santo, ma fuori dal campo bisogna sempre uscire a testa alta. Se crolla il mondo, ti sposti!

I nostri difensori sono tutti ottimi giocatori, Wallace e Luiz Felipe sono importanti giocatori di prospettiva. Il singolo giocatore deve dare sempre il massimo e non mollare se non gioca qualche partita, tenendo duro perché poi, quando si entra in campo, si fa bene, come dimostrato recentemente da Patric e Bastos. Il momento della squadra aiuta, stiamo andando bene, quando poi si entra nel giro è più facile. Anche in questo c’è una componente di fortuna e bravura del giocatore.

Il derby della Madonnina è come quello della Capitale: è una partita a sé stante ma vale tre punti. L’Inter l’ha interpretato con più cattiveria e voglia di vincere. I nerazzurri una spanna sopra alla squadra di Gattuso per quanto concerne la qualità, possono vincere ogni gara. L’ultimo mese è troppo importante.

Non guardo al calendario, so solo che la prossima sarà con la squadra di Spalletti. Quando sarà finita penserò alla prossima sfida. So che abbiamo tre gare a Milano, la Samp fuori, l’Atalanta in casa e mancano undici gare perché dobbiamo recuperare la gara con l’Udinese. In questo momento ci sono squadre che si devono salvare, altre che lottano per l’Europa League e altre ancora per la Champions League. Ogni partita dovrà essere giocata come se affrontassimo l’Inter perché chi è in lotta per non retrocedere dà di più: basti vedere la SPAL con la Roma. Dovremo farci trovare pronti per far sì che la nostra voglia di arrivare in Champions ed in finale di Coppa Italia sia superiore rispetto a quella dei nostri avversari.

Dal primo giorno ad Auronzo mi sono trovato bene, sapevo dentro di me che l’annata sarebbe partita nel verso giusto. Non mi sembra di essere al mio primo anno in biancazzurro, ringrazio il Mister, i compagni, lo staff e tutto l’ambiente che mi ha accolto benissimo. Sono sempre andato per la mia strada, anche quando ad esempio abbiamo perso il derby; non ho mai guardato altro, ho dato sempre tutto. Il lavoro paga: vado in giro a testa alta, possono dirmi che sono scarso ma nessuno potrà mai dirmi qualcosa dal punto di vista dell’impegno”.

(Fonte: sslazio.it)

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