“Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”. L’iniziativa promossa dal club biancoceleste è tornata tra i banchi di scuola. Quest’oggi Alessandro MurgiaFelipe Anderson e Wallace Fortuna, accompagnati dai Team Manager biancocelesti Maurizio Manzini e Stefan Derkum, dall’Aquila Olympia e dal falconiere Juan Bernabè, hanno fatto visita all’Istituto Comprensivo Giorgio Perlasca di Roma. Con gli studenti, i calciatori biancocelesti hanno affrontato svariati temi, focalizzando la discussione sulla promozione della formazione della cultura sportiva, sulla diffusione dei principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni.




Il Team Manager biancoceleste, Maurizio Manzini, ha introdotto così l’iniziativa:

“Vi ringrazio per averci ospitato: da voi assorbiamo tutto il vostro entusiasmo, la vostra semplicità e la vostra gioventù. Queste caratteristiche fortificano i nostri calciatori che, in campo, riversano tutte le energie acquisite. Quando conquisteremo qualsiasi tipo di traguardo e qualche successo nei prossimi appuntamenti, in quest’ultimi risultati ci sarete anche voi. I nostri atleti risponderanno alle vostre domande trasmettendovi il messaggio che per arrivare al successo servono entusiasmo, dedizione, passione e tanto lavoro”.




Quest’oggi Alessandro Murgia ha risposto ad alcune domande poste dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Giorgio Perlasca.

“Sono felice e contento qui alla Lazio, non penso né credo penserò mai di cambiare. Adattarsi a nuove realtà è facile perché si riesce a fare amicizia con tutti: lo sport regala unione ed amicizia, oltre a tanti momenti belli.

Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo 6 anni per divertimento poi crescendo è diventato un mio obiettivo. Quando fai questo sport, l’importante è vivere emozioni. Amo il calcio e amerò sempre questo sport, che oggi è diventato il mio lavoro, e farò tutto perché resto così.

All’inizio capire lingue diverse non è semplice ma questo è uno sport d’unione ed il feeling si crea in modo naturale.

In parte il calcio è come lo immaginavo, in parte no, in parte devo ancora scoprirlo perché sono ancora giovane. Sognavo di segnare un gol importante, ho coronato questo sogno e questo mi da la forza per andare avanti e continuare ancora di più a conoscere questo sport.

Essere un idolo è la cosa più bella che possa dare questo sport. Rendere felici i bambini con un gesto è bellissimo. Non c’è emozione più grande che fare un lavoro che renda felici gli altri: riuscirai soddisfa anche noi!

A scuola ero abbastanza bravo, lo studio è stato importante: mi sono diplomato, anche se giocavo a calcio. Nella vita lo sport è importante, come anche la cultura per imparare a prendere decisioni nel futuro. Ho fatto la scelta di diventare un calciatore solo dopo aver chiuso il percorso studentesco”.

Successivamente, il centrocampista biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky.

“Tornare a scuola è sempre un’emozione particolare, ricordo i tanti momenti trascorsi giocare e le numerose emozioni. Gli alunni erano felici ma lo siamo stati soprattutto noi di partecipare a queste iniziative.

Ho sempre indossato solo questa maglia, voglio farlo ancora per molto.




Dopo un inizio non ottimo, il Genoa si è ripreso: la squadra rossoblù ha tanti giocatori di livello. Sarà una partita difficile ma noi daremo il massimo. Dobbiamo continuare con questo spirito”.

Quest’oggi Felipe Anderson ha risposto ad alcune domande poste dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Giorgio Perlasca, Via Gemmellaro 47, Roma.

“Ogni tanto sul terreno di gioco si prova della rabbia dal momento in cui si prepara per tanto tempo un appuntamento ed un compagno sbaglia, nell’arco della partita, in una circostanza: subito dopo realizzi che tutti possono commettere degli errori e la delusione passa subito, già dall’azione seguente. In queste occasioni bisogna sempre andare avanti altrimenti non si riesce ad andare lontani. Voglio bene a tutti i miei compagni anche a me vanno bene le cose in questo momento e per fortuna non ho mai provato invidia nei confronti di nessuno.

In una sola circostanza ho subìto pressioni dal pubblico: ero con la Nazionale brasiliana e giocavamo contro l’Argentina, stavamo vincendo ed i tifosi avversari volevano entrare in campo e siamo dovuti uscire con la polizia. In quei momenti comprendi l’essenza dell’ambiente calcistico. Sarebbe giusto contenersi poiché all’interno degli stadi ci sono persone che vengono per tifare, ma ormai si tratta del passato e ciò fa parte della mia esperienza. L’esordio? Capii che la faccenda si stava facendo seria: quando arriva quel giorno sai che è arrivato il tuo momento dopo esserti allenato per tanto tempo e quando ti chiama l’allenatore capisci velocemente che è arrivato il tuo turno. Non riesci a vivere a pieno quel momento perché sei nervoso. Da piccolo vedevo tanti calciatori forti in tv e ricordo che questi mi tornarono in mente quando debuttai. Per fortuna vincemmo anche quella partita.

A scuola ero bravissimo: studiare è molto importante perché la sapienza non si può rubare. Quando impari qualcosa nessuno te la può più togliere: quando a scuola sei attento, riesci a comportarti meglio nella vita di tutti i giorni ed anche nel futuro. Se si ascoltano i professori studiando con attenzione sicuramente è più facile imparare bene anche al di fuori della vita scolastica. Il mio idolo da piccolo? Ronaldo, il fenomeno. È bello indossare la maglia biancoceleste, è la quinta stagione con la Lazio ed ogni anno è stato diverso per me. Questa è sicuramente l’annata nella quale stiamo sognando di più conducendo una stagione diversa, le cose stanno andando bene e siamo molto uniti. Spero di raggiungere dei traguardi in questa stagione”.




Quest’oggi Wallace ha risposto ad alcune domande poste dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Giorgio Perlasca.

“Quando siamo nel tunnel prima dell’inizio parliamo con gli avversari, ci facciamo gli auguri per la gara però pensiamo poi a fare del nostro meglio in campo.

Da piccoli abbiamo fatto tanti sacrifici, spesso il centro sportivo è lontano e ci muovevano con i bus ma quando si è piccoli l’allenamento è importante perché inizi a capire come si gioca a calcio. Bisogna essere fortunati per dimostrare le proprie qualità ed arrivare dove si può: non è facile ma tutto è possibile. Siamo contenti ma ogni dobbiamo fare sempre meglio.

A scuola ero abbastanza bravo! Volevo giocare sempre con gli amici è gli insegnanti mi dicevano di studiare! Lo studio è importante: quello che apprendiamo ce lo portiamo per tutta la vita. Dobbiamo fare bene, ascoltare i professori. La vita senza cultura è difficile. Quando si è grandi, questa serve per trovare lavoro, bisogna imparare quante più cose possibili”.

Successivamente, il difensore biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky.

“È una giornata emozionante ed un‘iniziativa lodevole essendo a contatto con i bambini. Tornare a scuola e rispondere alle domande degli alunni è stato molto bello.

Volevo sempre giocare da piccolo ed il professore mi esortava ad essere attento. È molto importante la scuola perché, ad esempio, oggi riesco a parlare due lingue grazie anche alla mia esperienza scolastica.

Ricordo il gol realizzato lo scorso anno contro il Genoa: abbiamo un’ottima opportunità per vincere lunedì. Sono sempre molto felice quando riesco anche a segnare. Mi sento più maturo ed ho preso più confidenza: la squadra ha la giusta qualità per far bene”.

(fonte e foto: sslazio.it)






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