di Fabio BELLI

Andiamo avanti nel valutare le performance della rosa della Lazio nella stagione 2016/17 considerando le medie voto di Laziostory. Stavolta tocca ai difensori.




Jordan LUKAKU: media voto 6,50, partite valutate 19

Definirlo un difensore può essere un azzardo, ma da esterno basso è stato utilizzato la stragrande maggioranza delle volte e noi ci adeguiamo. Sicuramente ha sorpreso la sua capacità di travolgere tutto e tutti, una progressione impressionante per Inzaghi che ha provato a disciplinarlo tecnicamente nella fase difensiva. La prova nel derby d’andata di Coppa Italia e quella contro la Sampdoria restano due perle, a inizio stagione nessuno avrebbe pensato che il suo sarebbe stato l’infortunio chiave per il finale di stagione, purtroppo. Unica pecca, infatti, i tanti guai fisici che gli hanno impedito di giocare una stagione a tempo pieno.




Stefan DE VRIJ: media voto 6,43, partite valutate 31

No De Vrij, no party, verrebbe da dire, considerando come si trasforma il rendimento della difesa con o senza l’olandese. Il problema è che da aprile in poi non è praticamente più riuscito a finire la partita. La temuta usura del ginocchio non gli ha permesso di raggiungere i livelli di due anni fa, ma il suo rientro è stato fondamentale. L’unico giocatore capace di cambiare radicalmente il rendimento di chi gli gioca vicino: acciacchi fisici permettendo, un fattore che andrà valutato con estrema attenzione sul mercato.




Wesley HOEDT: media voto 6,28, partite valutate 26

Quest’anno ha saputo zittire i detrattori e guadagnarsi la maglia della Nazionale olandese. Un giocatore che aveva bisogno di un anno di rodaggio, che ha saputo crescere notevolmente e imporsi come partner ideale nella difesa a quattro al fianco di De Vrij. In quella a tre ha imparato a cavarsela col tempo, anche se deve tenere a bada un caratterino che gli ha fatto mal digerire il turn over. A Sassuolo in particolare brutta scena al momento di una sostituzione: da questo punto di vista deve crescere.




PATRIC: media voto 6,23, partite valutate 17

E’ stata la sua grande rivincita, veniva definito inadeguato, più adatto a una boy band che a un campo da calcio. E’ diventato un esterno micidiale, dalla grande applicazione tattica e agonistica, capace di ringhiare sulle caviglie degli avversari e al tempo stesso di sfruttare le sue buone doti tecniche per le proiezioni in avanti. Da oggetto misterioso a idolo della tifoseria il passo è stato molto breve, ed è tutto merito suo. Un’alternativa più che affidabile.




Stefan RADU: media voto 6,16, partite valutate 31

Con Inzaghi ad Auronzo è stato uno dei senatori a sottoscrivere un patto d’acciaio. Qualcuno ne aveva messo in dubbio affidabilità fisica e agonistica, quest’anno ha risposto con tre quarti di stagione al top, forse a tratti la migliore da quando è arrivato a Roma. Ha un po’ ceduto nel finale, quando Inzaghi nel derby di ritorno di Coppa Italia l’ha escluso per scelta tecnica ha fatto capire come forse per il romeno la benzina fosse finita. Sensazione confermata da un finale di campionato non memorabile. Ha però recitato un ruolo a dir poco fondamentale nel delicatissimo inizio di stagione, quando la squadra era davvero sola contro tutti: questo ne dimostra una volta di più la profondissima lazialità.







WALLACE: media voto 6,08, partite valutate 29

Vai a capire: ha alternato prestazioni da difensore di livello internazionale, elegante negli anticipi ed implacabile su ogni marcature (non per niente su di lui si rincorrono diverse voci di mercato), a veri e propri disastri. E non parliamo solo dell’errore che ha rovinato il derby d’andata, trasformato da partita a scacchi a gioco dell’oca per i giallorossi. L’impressione è che non si sia calato fino in fondo in una realtà tatticamente asfissiante come il calcio italiano. Le prestazioni migliori, per una giusta rivincita, sono arrivate nei derby successivi, soprattutto quello d’andata in Coppa Italia in cui ha giocato la partita perfetta. Da rivedere nella prossima stagione, Inzaghi dovrà lavorare sulla sua mentalità per farne un vero, grande difensore.




BASTOS: media voto 6,07, partite valutate 13

L’esordio contro la Juventus è stato folgorante, poi un problema fisico importante l’ha messo fuori gioco per almeno tre mesi. Il che gli ha fatto perdere posizioni nelle gerarchie di Inzaghi, anche se al suo ritorno ha alternato ottime prestazioni (monumentale nei derby d’andata in Coppa Italia e di ritorno in campionato) a black out (contro l’Atalanta e il Napoli in campionato ed anche la finale di Coppa Italia contro la Juventus non è stata certo memorabile). L’impressione è che sia un marcatore vecchia maniera, efficace quando deve restare francobollato all’avversario, meno a suo agio quando si tratta di giocare in maniera più ariosa, impostando il gioco dalla retroguardia. Nella prossima stagione l’augurio per lui è di trovare maggiore continuità, anche se dovrà saltare la prima di campionato per squalifica dopo l’espulsione di Crotone.




Giorgio SPIZZICHINO: media voto 6,00, partite valutate 1

Il suo è stato l’ultimo esordio di una lunga serie in una Lazio che mai come quest’anno ha dato spazio ai giovani. La sua vera sfida sarà la final eight Primavera, lo spezzone di partita a Crotone è stato un giusto premio per quanto fatto vedere quest’anno con la squadra di Bonatti.






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