Di seguito l’intervista riportata dal sito mpnews.it di Alessandro Staiti all’avv. Mignogna, promotore della rivendicazione dello Scudetto 1915 alla Lazio.

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Non sono stati sufficienti cento anni per mettere a tacere una delle assegnazioni più controverse del titolo di Campione d’Italia che il nostro campionato possa annoverare. Stagione 1914 – 1915 e un’Italia calcistica suddivisa in tre grandi blocchi territoriali con i rispettivi campioni. Il Girone del Nord, appannaggio delle grandi dell’epoca e la cui vittoria garantiva l’accesso diretto alla finale nazionale e quelli del Centro e del Sud, i cui vincitori erano chiamati ad un ulteriore confronto con in palio il titolo di “campione centromeridionale”, dal quale sarebbe fuoriuscita la seconda finalista. Sullo sfondo della vicenda una Lazio aggiudicatasi il titolo di campione del centro Italia e in attesa di confrontarsi con la vincente del girone meridionale per provare a garantirsi l’accesso alla finale nazionale da disputarsi contro il Genoa, vincitore del Girone del Nord. Uno scenario minato da troppe incongruenze, dall’inspiegabile decisione di attribuire d’ufficio il titolo nazionale ai liguri a causa dell’interruzione della rassegna per eventi bellici, passando per una finale mai disputata, elementi che hanno dato il la alla scelta del nostro interlocutore di battersi per l’assegnazione ex aequo di un titolo mai messo in palio.




– Avvocato Mignogna, da dove nasce la volontà di presentare alla FIGC la richiesta d’assegnazione ex aequo dello Scudetto 1914-1915?
“La premessa di questa faccenda è che, quando la rivendicazione dello Scudetto 1914-1915 fu lanciata attraverso un mio articolo, pubblicato sulle colonne del Corriere Laziale, questa venne basata sulle conoscenze acquisite sino ad allora, a mio giudizio già di per sé sufficienti per reclamare un ex aequo. La Lazio si trovava in testa al Girone dell’Italia centrale, in attesa di disputare l’ultima gara di campionato contro il Lucca, dunque nella stessa posizione del Genoa”.

– Un discorso razionale e che pone apparentemente sullo stesso piano le due squadre.
“Esatto. Oltretutto i liguri avrebbero dovuto disputare l’ultima gara del girone contro il Torino, già vittorioso all’andata e con la possibilità di raggiungere la prima posizione, la medesima che avrebbe avuto l’Inter qualora fosse uscito vincitore dal derby con il Milan”.




– Basi solide su cui far poggiare l’iniziativa, ma anche ulteriori sviluppi come il ritrovamento di nuovi documenti…
Quelli che in gergo tecnico vengono definiti fatti nuovi, fondamentali in tutti i procedimenti (dunque anche in quelli sportivi) per riaprire il caso, legittimando nella presente fattispecie la richiesta di ex aequo. Grazie all’operato del Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento è stato possibile scoprire come fu la Federazione stessa a formulare la richiesta al Genoa di anticipare l’ultima gara del girone settentrionale al 16 maggio 1915, onde prevenire l’insorgenza bellica sempre più vicina e che avrebbe con ogni probabilità reso impossibile la disputa della gara nella data precedentemente assegnata (23 maggio 1915). Le nostre ricerche ci hanno permesso di scoprire anche come sia stato il Genoa stesso a sottrarsi all’ordine federale, scelta che comportò il mancato spostamento della gara e la conseguenza sospensione del campionato a girone non ancora concluso. Viene dunque da chiedersi se, sotto il profilo etico, sia giusto assegnare l’esclusiva di un titolo ad una sola squadra”.




– Cosa aggiungere sulla Lazio, sul girone finale del Centro Italia e sull’assegnazione del titolo di Campione centromeridionale?
“Un punto da non sottovalutare; ancora oggi la storiografia lo dà per incompleto, lo stesso Almanacco Panini, per quel che riguarda la Lazio, lo fa fermare alle fasi eliminatorie. È stato invece possibile scoprire come la Lazio, non solo si qualificò alla fase finale, ma vinse il girone finale conquistando il titolo di campione dell’Italia centrale. Girone che, a differenza di quanto finora creduto, fu completato. Il tutto grazie al rinvenimento di un articolo pubblicato sulle colonne de “L’Italia sportiva”, che riporta come le gare dell’ultimo turno siano state assegnate a tavolino; in questi ultimi due incontri il Lucca diede forfait con la Lazio mentre il Roman, oramai tagliato fuori dalla lotta per la prima posizione, si ritirò dalla partita finale contro il Pisa. Ciò dimostra come, al 16 maggio 1915, il girone dell’Italia centrale fosse indiscutibilmente completato”.




– Focalizziamo ora l’attenzione sul girone dell’Italia meridionale, dal quale sarebbe uscita la sfidante della Lazio per l’assegnazione del titolo…
“La cui denominazione appare a mio giudizio errata dato che per motivi di strutture fu possibile alle due sole squadre partenopee, Naples e Internazionale Napoli, iscriversi e competere nel campionato di Prima categoria. Quando parliamo di girone finale del sud parliamo dunque della sfida fra due sole squadre. In merito alle due gare disputate ho avuto personalmente modo di rinvenire il comunicato dal quale risulta l’annullamento di queste. Elementi che dimostrano come il titolo di campione del sud sia rimasto vacante, portando dunque la Lazio a conquistare non solo il titolo di campione dell’Italia centrale ma, di conseguenza, anche quello di campione centromeridionale e per l’effetto a divenire l’unica squadra qualificata alla finale nazionale”.




– Ma come ogni iniziativa anche la sua ha dovuto confrontarsi con oppositori pronti a minarne la credibilità, un braccio di ferro protrattosi a lungo e che di recente ha vissuto un nuovo capitolo.
“Negli ultimi tempi qualche oppositore dell’iniziativa ha portato alla luce una copia del presunto bollettino ufficiale della FIGC dell’aprile 1915, al cui interno si parla dell’annullamento della finale d’andata fra Internazionale Napoli e Naples. L’argomentazione verteva dunque sul fatto che, stando ai contenuti, fosse stata annullata la sola gara d’andata e non entrambe come dai noi sostenuto. Risultando inoltre alcuni trafiletti di articoli relativi alla ripetizione della partita d’andata, i nostri oppositori hanno ritenuto di concludere come le due squadre partenopee abbiano disputato entrambi gli incontri”.




– Un’argomentazione contrastata dalle vostre ulteriori scoperte…
“In realtà le cose stanno molto diversamente. Pur volendo riconoscere l’autenticità del bollettino, trattandosi come detto di una copia, preme sottolineare come questo sia dell’aprile 1915, giocoforza possa contenere solamente gare, fatti e provvedimenti verificatisi fino al 30 aprile 1915. Non certamente quelli di maggio. Siccome il 23 maggio 1915 la FIGC, in ossequio alla mobilitazione generale disposta dal governo, sospese ogni tipo di attività, risultarono sospesi non solo i campionati ma anche l’emissione dei bollettini. Il che testimonia il motivo per cui non sia possibile rinvenire un bollettino del mese in questione; qualora fosse stato regolarmente emesso, quel bollettino avrebbe provveduto a confermare l’annullamento della gara di ritorno”.




– Su quali basi si fonda la vostra analisi?
“Tutto questo ce lo conferma la ricerca effettuata dall’équipe che sta lavorando al mio fianco e che ha rinvenuto un articolo de Il Roma, giornale partenopeo, il quale testualmente conferma come entrambe le gare fra Internazionale e Naples furono annullate; entrambe, non solamente la prima. Peraltro è stato possibile giungere alle medesime conclusioni attraverso la lettura di un trafiletto della Gazzetta dello Sport, che parla di ripetizione del primo match e non del secondo. Facendo dunque un’analisi comparata di tutto quanto a nostra disposizione, viene fuori chiaramente come entrambe le partite siano state annullate, che il secondo annullamento non fu inserito in alcun bollettino a causa della sospensione voluta dalla FIGC e che ci fu comunque una ripetizione”.




– Ripetizione a quale fine?
È una mia interpretazione ma stando a quanto è possibile evincere dal testo riportato dagli articoli richiamati, entrambi i giornali non parlano più di gara valida per l’assegnazione di titolo di campione dell’Italia meridionale ma semplicemente di titolo di campione campano o partenopeo, il che lascerebbe intendere ad una partita declassata. Appare ovvio constatare come, se gli incontri fossero stati validi per l’assegnazione del titolo di campione dell’Italia meridionale, i giornali in questione, specialmente Il Roma, avrebbero titolato diversamente e il contenuto sarebbe stato diverso. Ma anche se per pura ipotesi volessimo sostenere che l’incontro fosse valevole per il titolo di campione dell’Italia meridionale, quel che abbiamo riscontrato e che non fu comunque ripetuto il ritorno. Ciò che preme dunque sottolineare è come il titolo di campione dell’Italia meridionale sia rimasto vacante; per tale ragione la Lazio risulta ad oggi l’unica finalista certa per l’assegnazione del titolo nazionale”.




– Un’ultima domanda per mettere a tacere dubbi e incertezze burocratiche sulla questione; sposando la tesi dell’annullamento delle finali del campionato meridionale è possibile che qualche altra squadra rivendichi lo stesso diritto della Lazio di vedersi assegnato lo Scudetto ex aequo?
“A chiosa del discorso, anche nell’ipotesi remota che qualcuno potesse sostenere che una delle due squadre partenopee possa avere il medesimo diritto, a tranciare la questione interviene un ulteriore fattore; l’attuale Napoli non è il successore a titolo particolare di nessuna delle due società, ad oggi entrambe ritenute estinte”.




Elementi nuovi, dati significativi che una volta di più testimoniano la legittimità di una rivendicazione sempre più ricca di documenti e costruita su basi solide. Tanto è stato fatto e ancor di più si farà per fare in modo che i tifosi biancocelesti possano vedersi riconosciuto uno Scudetto negato da oltre un secolo.



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