Antonio Filippini è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva.
Ci si poteva aspettare una Lazio da sola al quarto posto in classifica, a quattro giornate dalla fine del campionato? “Penso che all’inizio della stagione se alla Lazio fossero stati proposti gli obiettivi attuali, la firma sarebbe stata apposta senza neanche pensarci. In questo momento la Lazio sta lottando per questi due grandi obiettivi con Inzaghi che sta facendo un ottimo lavoro, pur partendo dalla situazione iniziale del rifiuto di Bielsa che aveva destabilizzato un po’ l’ambiente. E’ stato giusto puntare sui giovani ed è bello vedere una Lazio costruita così.“
Nel trittico di partite decisivo, compreso il derby perso che ha però regalato la qualificazione, cosa ti ha colpito della Lazio? “La grande duttilità e versatilità tattica, che ha permesso alla Lazio di ottenere grandi risultati, anche nel match contro il Napoli che pure è andato male a livello di risultati, ma che ha visto la squadra comunque lottare fino alla fine con tante assenze e reduce dallo sforzo del derby.”
Su Simone Inzaghi: “Si è saputo costruire molto bene da tecnico del settore giovanile, una realtà in cui si capisce facilmente come saper applicare più moduli permette di crescere tatticamente. L’adattabilità dei ragazzi l’ha reso un allenatore versatile, e gli ha permesso di creare un’empatia con i giocatori importantissima. Quando c’è la passione si possono sempre raggiungere grandi obiettivi, lui è un ragazzo che vive di calcio, è appassionato e studia molte realtà e l’ambiente-Lazio si è rivelato ideale per lui.”
Quali sono i tre giocatori più importanti nella rosa della Lazio? “Credo che prima di tutto l’acquisto più importante sia stato quello di Ciro Immobile, un giocatore molto completo che riesce a coprire palla quando c’è bisogno e nel contempo sa attaccare la profondità. Quindi direi Marco Parolo, perché oltre ad avere grande qualità e quantità quest’anno è riuscito anche a fare tantissimi gol, che danno una mano al raggiungimento del risultato. Infine Felipe Anderson, per la sua qualità e la capacità di sfornare assist decisivi.”
Domenica ci sarà Lazio-Palermo: quali difficoltà all’orizzonte per i biancazzurri? “Per la Lazio sarà sempre una partita da prendere con le molle, col Palermo che ha ormai poco da perdere. Affrontare queste partite con la giusta concentrazione è fondamentale per dimostrare di essere una grande squadra, come ha fatto ad esempio la Juventus a Pescara. E’ una partita da vincere a tutti i costi. Dispiace la situazione del Palermo che da un paio di anni non riesce a trovare serenità societaria, come testimoniato anche dal cambio continuo di allenatori. Quando una società si comporta così è normale che i risultati non arrivino, è un peccato perché Zamparini è stato comunque un grande presidente nella storia del Palermo e la piazza rosanero merita senz’altro la Serie A.”
Stasera tutti gli occhi saranno invece puntati su Barcellona-Juventus: i bianconeri possono completare l’impresa? Quale potrebbe essere la finale di Champions League? “Affrontare il Barcellona al Camp Nou è molto difficile, e la Juventus dovrà fare attenzione anche alla direzione arbitrale, che in Spagna rischia sempre di essere influenzata dall’ambiente come si è visto anche ieri sera a Madrid. Il risultato è ancora aperto perché il Barcellona nella storia ha spesso recuperato risultati anche molto pesanti. La finale sulla carta potrebbe essere proprio contro il Real Madrid, incontrando due squadre come l’Atletico Madrid o il Monaco in semifinale contro cui la Juventus può fare risultato.“
In Serie A è invece ancora aperto il fronte della lotta per il secondo posto e l’Europa League: “Secondo me il Napoli è in grado di centrare il secondo posto perché nella Roma c’è il problema-Spalletti che potrebbe influenzare la squadra anche a livello psicologico. Per l’Europa League vedo più a rischio l’Atalanta, che pure sta facendo vedere all’Italia intera come sfruttare il settore giovanile. Pur essendo bresciano, con la rivalità che ci divide, i bergamaschi meritano un plauso, ma i nerazzurri restano comunque la squadra meno abituata a lottare a certi livelli, al contrario della Lazio e delle milanesi.”
L’Inter non rischia di più, anche alla luce del calendario? “Il calendario difficile è infatti la situazione che potrebbe complicare il cammino dell’Inter, oltre all’incertezza sul futuro di Stefano Pioli che ancora non è sicuro di essere il tecnico nerazzurro per l’anno prossimo.”