di Daniela BONFA’

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Il Direttore Editoriale di Laziostory.it, l’Avv. Gian Luca Mignogna, stamattina è intervenuto sui 98.100 di Radio Sei, ai microfoni di “Quelli che hanno portato il calcio a Roma” condotta da Guido de Angelis e Stefano Morelli, per ribadire alcuni concetti espressi mediante un’intervista oggi pubblicata da Luigi Salomone su “Il Tempo”, esprimerne altri molto interessanti e fare il punto sulla rivendicazione dello Scudetto 1915, che da una parte sembra frenata dalle frizioni in essere all’interno delle istituzioni calcistiche e dall’altra sta divenendo oggetto di un vero e proprio tentativo di fronda mediatica proveniente da ambienti giallorossi. Ecco le sue dichiarazioni:




Il vero problema, allo stato, è senz’altro rappresentato dalle frizioni esistenti in seno alle istituzioni calcistiche che stanno impedendo la ricomposizione del Consiglio Federale, organo che secondo quanto affermato dal Presidente Tavecchio sarà poi chiamato ad esprimersi sulla nostra richiesta. Non è affatto vero che intendo sottrarmi a confronti pubblici, più semplicemente ritengo che gli unici interlocutori con cui confrontarsi sullo Scudetto 1915, mi sembra evidente, possano e debbano essere solo e soltanto gli organi federali”.

“E’ del tutto evidente che ci sia in atto un tentativo di fronda mediatica proveniente da ambienti giallorossi, probabilmente perché qualcuno è letteralmente ossessionato dall’idea che la Lazio possa ottenere l’ex aequo dello Scudetto 1915 stabilito dalla Commissione dei Saggi, che a quel punto sarebbe il primo della capitale. A me sembra veramente assurdo, tuttavia, che si tenti di destabilizzare dall’esterno il procedimento di riesame in essere, peraltro con delle argomentazioni totalmente faziose, pretestuose e discutibili”.

“La tesi che la Lazio fosse automaticamente qualificata alla finalissima nazionale, invero, in passato era già stata avanzata da personalità quali Antonio Ghirelli, Gianni Brera e Mario Pennacchia, con l’unica differenza che oggi tutta l’equipe storico/giuridica che sta collaborando con il sottoscritto è riuscita a scoprire dati e fatti nuovi, precedentemente irreperibili, che con ogni probabilità al tempo non furono disponibili e utilizzabili per il caos generale che si determinò con la Grande Guerra, per i decessi generalizzati che colpirono la massima dirigenza laziale e per la chiusura di tanti giornali, tra cui L’Italia Sportiva che era l’unico quotidiano sportivo romano. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che nemmeno negli archivi della Figc e/o in quelli del Genoa sono presenti e/o repertati documenti ufficiali sull’epilogo del campionato 1914/15, ragion per cui ogni eccezione dei nostri oppositori in merito si palesa inopinatamente strumentale ed inopportuna”.

“I resoconti che loro stanno propinando mediaticamente risalgono all’Aprile 1915, mentre i documenti che ho depositato agli atti federali sono successivi, si riferiscono al Maggio 1915 e provengono tutti da archivi emerotecari e fonti pubbliche verificabili in qualsiasi momento. Io ritengo tranciante la recente scoperta del Centro Studi 9 Gennaio 1900, in base alla quale risultarono annullati entrambi i match meridionali, anche perché collima perfettamente con i trafiletti de La Gazzetta dello Sport che ho pubblicato il 24 marzo scorso”.




La Lazio fu senz’altro Campione dell’Italia Centrale ed unico club ad aver completato con successo il proprio girone finale territoriale, come abbiamo ampiamente dimostrato smentendo finanche la storiografia ufficiale che per decenni aveva omesso le vere dinamiche di quel campionato, ivi compreso che il Genoa si sottrasse alla direttiva della Figc di anticipare l’ultimo turno di campionato al 16 maggio 1915 per prevenire l’insorgenza bellica”.

“Dobbiamo attendere che il Consiglio Federale si ricomponga di tutti i propri componenti, più in particolare dei tre rappresentanti della Lega di Serie A e dell’unico della Lega di Serie B, poi la questione entrerà giocoforza nel vivo. Nel frattempo occorrerà spegnere tutti i tentativi di fronda mediatica che oramai quasi quotidianamente vengono mossi artatamente nei confronti della rivendicazione dell’ex aequo“.



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