di Fabio BELLI
La sua voce è una delle più conosciute in Italia, doppiatore di film indimenticabili, anche se agli appassionati non sfuggirà l’associazione con uno dei personaggi di maggiore successo a lui associati, il Peter Griffin della serie a cartoni animati di successo planetario “Family Guy”, meglio conosciuta come “I Griffin” in Italia. In esclusiva per Laziostory, Mino Caprio ha raccontato le sue impressioni sul momento attuale della Lazio, essendo da sempre tifosissimo della prima squadra della Capitale:
Partiamo dalla grande vittoria di Pescara di domenica scorsa: “Una splendida goleada, ma ritengo che una vera grande squadra non debba cadere nell’errore di una battuta a vuoto come quella degli ultimi venti minuti del primo tempo, in cui oltre a concedere una rimonta sorprendente al Pescara, Marchetti ha dovuto salvare una situazione parando anche un calcio di rigore. Ecco, queste sono distrazioni che una grande squadra non può permettersi. Mi è piaciuta però moltissimo la reazione, che ha prodotto un secondo tempo all’altezza delle aspettative. Si è vista una grande prova all’altezza di quelle che erano le aspettative per i primi minuti giocati in maniera brillante.”
Quanto sono importanti i meriti di Inzaghi nella gestione del gruppo, oltre che sotto l’aspetto tecnico-tattico? “Inzaghi si sta comportando come un vero maestro, soprattutto con gli elementi più giovani che ha avuto già modo di guidare durante la sua esperienza in Primavera. Il suo arrivo sulla panchina della squadra è stato rocambolesco, ma visti i risultati non credo che Bielsa avrebbe potuto fare meglio, anzi… ritengo che il percorso interno precedente di Inzaghi lo abbia aiutato molto ad imporsi, ad essere seguito dal gruppo come si sta vedendo con chiarezza in questo campionato.”
E’ d’accordo col rinnovo del contratto a Biglia? Può essere davvero lui il leader della Lazio del futuro? “Devo dire una cosa: il rinnovo del contratto, che pare ormai imminente, sembra davvero aver fatto bene a Biglia. Nelle ultime partite l’ho visto letteralmente trasformato, non più ombroso e un po’ indolente in campo, ma un vero playmaker capace di essere un punto di riferimento dal punto di vista tecnico ma anche agonistico in campo. Un giocatore dalla grande classe che non sempre però era stato all’altezza della sua fama, soprattutto negli ultimissimi mesi. Da qualche partita vedo Biglia mettere in campo uno spirito completamente diverso, ed evidentemente la consapevolezza di poter continuare il suo cammino biancazzurro l’ha messo in condizione di tornare a dare il cento per cento. Accade molto spesso che un certo tipo di sicurezza consenta di sfruttare al meglio le proprie professionalità in ambito professionale, non solo nel calcio.”
Quali sono i protagonisti di questa Lazio che l’hanno maggiormente convinta? “Sicuramente la Lazio è una squadra che fa della forza del gruppo il suo fiore all’occhiello. Mi aspetto qualcosa di più da giocatori come Felipe Anderson, Immobile, che pur essendo un attaccante di straordinario movimento a volte sotto porta sbaglia qualcosa di troppo, e da un esterno difensivo di grande esperienza come Basta. Ma nel complesso mi sembra che il talento non manchi, sono rimasto in particolare favorevolmente impressionato dall’affidabilità del pacchetto difensivo.”
Un’ultima considerazione: la rivendicazione per lo Scudetto 1915 a favore della Lazio a suo parere si concluderà felicemente? “Mi auguro proprio di sì. Durante il Premio Lazialità al Teatro Ghione mi ritrovai all’improvviso con il microfono in mano e feci una battuta, dissi che siamo “tutti figli di Mignogna” per riconoscere il giusto merito all’avvocato Gian Luca, una figura attorno alla quale tutti noi laziali potremmo riunirci. Il presidente Lotito è stato un eccellente amministratore, ma non è quel “papà” che tutti noi laziali vorremmo avere e che una figura come l’avvocato Mignogna mi sembra potrebbe incarnare in pieno. Trovo comunque l’iniziativa straordinaria, ne sono stato un convinto sostenitore e ritengo che ci siano i presupposti per vedere riscritta una pagina di storia non solo della Lazio ma di tutto il calcio italiano e fare così giustizia ad oltre cento anni di distanza.”