Il mister Gigi Simoni, ex di Lazio ed Inter, nel giorno del confronto in campionato tra i nerazzurri e la squadra di Simone Inzaghi è intervenuto per fare il punto sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione Laziali on Air.




Che tipo di partita si aspetta stasera?Mi aspetto senz’altro una bella gara, sono due squadre che stanno andando bene ed hanno grandi potenzialità. L’Inter ha ritrovato in Pioli una guida tecnica salda, che ha la mentalità di noi tecnici italiani e mi aspetto un sensibile miglioramento da parte dei nerazzurri anche a lungo termine. Sicuramente seguirò la partita, sono rimasto estremamente affezionato ad entrambe le squadre per l’affetto che ho ricevuto dalla gente e non posso sperare che una delle due perda.




 
Quali sono i punti di forza e i punti deboli di Inter e Lazio?Nel nostro campionato in questo momento mi sembra ci sia una svolta favorevole ai giovani di talento da lanciare. In particolare la Lazio ha trovato una condizione eccezionale proprio grazie a questa freschezza dei giovani. L’Inter doveva ritrovare ordine soprattutto grazie a Pioli, ritrovarsi in campo riuscendo a capire quali sono gli acquisti che possono fare al caso della squadra. Ci sono stati nuovi innesti che non sono riusciti ad orientarsi, titubanze che alla fine hanno fatto perdere tempo e punti alla squadra.




Nella Serie A attuale chi sono i veri campioni, rapportati anche ai tornei del passato?Anche ora ci sono tanti campioni, capire chi sono è abbastanza facile. Sicuramente la Juventus ha veri campioni, perché non si vincono cinque scudetti consecutivamente se non si hanno qualità individuali eccellenti. Il Napoli ha degli ottimi giocatori e sicuramente anche qualche campione vero, soprattutto in attacco anche se ha perso Higuain. Gli esterni, Insigne e Mertens, vanno come il vento e sono giocatori importanti. C’è un’attenzione per i giovani italiani, come dicevo prima, che può portare alla costruzioni di veri campioni del futuro. Penso soprattutto ai ragazzi dell’Atalanta, non per niente si è scatenata già una lotta sul mercato per metterci le mani sopra. Oltre agli orobici, anche la stessa Lazio ed il Milan con Donnarumma, Romagnoli e Locatelli. Spero che da tutto questo ne guadagni lo spettacolo della Serie A, perché non è bello vedere squadre con undici stranieri in campo.




A proposito di giovani, Simone Inzaghi come mister sta stupendo tutti. Quali sono gli aspetti che le stanno piacendo di più del suo lavoro?Non lo conosco direttamente ma traspare la sua grande serenità nel guidare la Lazio in un ambiente comunque difficile e ricco di pressioni. Secondo me Inzaghi riesce a staccare dalle voci dell’ambiente, ha sempre un atteggiamento affettuoso e comprensivo verso i suoi giocatori ed essi ricambiano: non pensa certo a darsi già le arie del grande allenatore consumato. Inzaghi riesce a trasmettere questa serenità che permette alla Lazio di andare in campo e non sentire il peso che una città come Roma procura, con i tifosi che vivono un derby 365 giorni l’anno. La struttura della squadra è rimasta la stessa degli ultimi anni, lui ne ha ritemprato lo spirito inserendo anche giovani di valore.




In Serie A la Juventus sembra già staccata: la Lazio e il Napoli sono le squadre che esprimono il gioco migliore dietro i bianconeri?Direi di sì, anche il Milan sta facendo molto bene ma la qualità del gioco è ancora inferiore rispetto a biancazzurri e partenopei. Anche il Napoli ha saputo trasformare un suo punto debole, la difesa, in un punto di forza. Al momento vedo molto altalenante anche la Roma, che alterna strisce di ottimi risultati ma cade poi invariabilmente nei momenti decisivi. I risultati contro le piccole sono la forza dei giallorossi, segno anche di una concentrazione comunque ottimale. La massima continuità di rendimento viene raggiunta però solo dalla Juventus.




Alla luce di quella che è stata la sua esperienza da allenatore, quali sono stati i tre giocatori più forti che lei ha allenato?I giocatori più forti sono quelli che ti regalano la qualità maggiore. Ronaldo è il numero uno, quasi alla pari del brasiliano è stato Roberto Baggio, entrambi allenati all’Inter. E poi Simeone, che era già un allenatore quando giocava, con un temperamento straordinario. Ho allenato anche Bruno Conti al Genoa, quando aveva diciannove anni, e penso sia stato uno dei giocatori più importanti nella storia del calcio italiano.




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