di Fabio BELLI
Ex calciatore della Lazio anni ottanta, sicuramente abituato a vivere con la squadra momenti di sofferenza, Renato Miele in esclusiva per Laziostory ha parlato del post-derby burrascoso che ha investito la squadra di Simone Inzaghi, sconfitta proprio nella partita più importante dopo nove risultati utili consecutivi, analizzando poi a trecentosessanta gradi il momento vissuto dalle Aquile in campionato.
Un primo commento sul derby: cosa ha sbagliato la Lazio? “A mio avviso la Lazio non ha sbagliato granché, entrambe le squadre erano partite innanzitutto per non perdere ed ottenere almeno un pareggio. L’errore purtroppo è stato dirompente da parte di un giocatore della Lazio, un clamoroso svarione individuale che ha visto Wallace servire su un piatto d’argento la palla del vantaggio alla Roma. D’altronde i gol si prendono e si fanno anche sfruttando gli errori degli avversari. La seconda indecisione di Marchetti è stata dunque fatale, ma se non ci fosse stato il primo episodio penso che difficilmente il risultato sarebbe stato differente da un pareggio.”
Inzaghi ha dunque preparato al meglio la partita? “Inzaghi ha sicuramente preparato bene il derby, utilizzando gli uomini che avevano fatto le sue fortune nei match precedenti, in prima Keita e Felipe Anderson il cui apporto stavolta è venuto meno. Tatticamente Inzaghi aveva preparato la partita con grande attenzione.”
Qual è il suo giudizio generale sull’operato di Inzaghi finora? “Io sono un fautore dei giovani e ritengo positiva la scelta di Simone Inzaghi: il fatto che lui stia inserendo in squadra tanti giovani talenti è positivo per la Lazio e tutto il calcio italiano. Sta ragionando molto da calciatore: gli allenatori italiani sono ossessionati dagli schemi, Inzaghi riesce a leggere meglio le soluzioni contingenti che possono essere più utili alla squadra.”
Un commento d’obbligo va anche dedicato al parapiglia, tra provocazioni e dichiarazioni, che ha accompagnato questa stracittadina… “Il problema è che oggi, a differenza di quando giocavo io in cui c’erano solo radio e tv, i mezzi di comunicazione si sono moltiplicati, a partire dai social network, ed i giocatori devono fare molta attenzione a come usano questi strumenti. A volte mi sembra un mondo di bambini che usano le nuove tecnologie come il giocattolino di turno: persino membri del governo si divertono a giocare alla playstation piuttosto che pensare alle cose di Stato. Il contorno del derby rappresenta quelle situazioni che sono il riflesso della società attuale, con una mancanza di cultura ed un’attenzione assoluta per l’immagine e il denaro. Non posso condividere quello che è stato detto dai giocatori della Lazio e i comportamenti dei giocatori della Roma. Ai miei tempi magari si sferrava qualche colpo proibito in campo ma tutto restava lì, senza questa risonanza mediatica che è sicuramente di cattivo esempio anche per i giovani che si avvicinano allo sport.”
Gli obiettivi della Lazio in questa stagione potranno essere chiari a cavallo di Natale? “Bisognerà aspettare anche di più del periodo natalizio. La vera identità di una squadra in un campionato si scopre a marzo, quando alti e bassi si sono bilanciati e solo chi trova la giusta continuità può conquistare un posto in classifica di valore. Sarà fondamentale testare la reazione della Lazio ad un risultato negativo come quello del derby, così come la Roma dovrà gestire al meglio questa iniezione di fiducia. Le feste natalizie a volte interrompono la costanza di rendimento di molti giocatori, a primavera si capirà chi avrà più benzina e chi potrà compiere i passi avanti decisivi per centrare gli obiettivi stagionali. Nei campionati passati abbiamo avuto ampia prova di questo, con la Roma stessa a volte protagonista di cali improvvisi e con la Lazio a volte fuori dall’Europa dopo essere partita con grandi prospettive.”
Un’ultima considerazione sulla rivendicazione dello Scudetto 1915: da avvocato a suo avviso nelle prossime settimane si potrà arrivare ad un lieto fine? “Qui parlo da avvocato e da osservatore. Da osservatore dico che tutto sommato rivendicare questo scudetto è stata un’iniziativa positiva, anche perché un titolo se legittimo fa parte del patrimonio di questa società. Il problema a mio avviso sarà di carattere giuridico: come tutti i processi di revisione, questo necessiterà di prove di cui un arbitro e un giudice potrà avvalersi per concedere quanto richiesto. Bisognerà vedere quando decideranno su quale materiale probatorio arriverà la decisione: la relazione della Commissione è stata importante ma conterà come la penserà chi sarà chiamato a giudicare, considerando chi potrebbe impugnare le decisioni. Da avvocato mi capita vedere a volte un pubblico ministero che chiede l’assoluzione di un imputato e il giudice che alla fine lo condanna lo stesso.”