Sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione Laziali on AirEvaristo Beccalossi, ex bandiera interista ed attento osservatore del calcio italiano, è intervenuto per parlare della prossima ripresa del campionato italiano dopo la sosta per l’attività delle Nazionali, con i fari puntati sull’impegno che vedrà la Lazio opposta al Genoa allo stadio Olimpico.

Ieri la Nazionale ha offerto una buona prova contro i campioni del mondo della Germania. In particolare Immobile e Belotti sembrano poter rappresentare il futuro egli azzurri: “Ero a San Siro a vedere la partita e devo dire che la prestazione dell’Italia mi è piaciuta. Essendo una amichevole e pure essendo martedì, coi giocatori che potevano pensare già al campionato, mi sono divertito. L’Italia può contare su un gruppo di giovani interessanti e fa bene Ventura ad utilizzarli, devono crescere a livello internazionale e d’esperienza e queste sono le occasioni giuste. Immobile dopo due anni difficili all’estero ha il dovere di tornare ai livelli del Torino e mi sembra stia cogliendo l’opportunità.
Tra questi giovani, Donnarumma è stato designato come erede di Gigi Buffon: “Ventura mi sembra abile ad inserire questi profili in squadra: ieri ha fatto fare il primo tempo a Buffon e il secondo a Donnarumma, ma ci sono anche altri ricambi importanti come Perin. La storia della Nazionale nel ruolo, ma non solo, è fatta di grandissimi campioni in concorrenza fra loro. Al momento ci sono giovani da tenere d’occhio ma non bisogna fare confronti con chi c’era prima, sono ragazzi che devono crescere a livello di personalità e se prendono carisma possono riportare la Nazionale ai livelli che gli competono.
Il ruolo del fantasista è sempre particolarmente complicato… “Se avessi fatto parte di questo calcio magari qualche partita in più in Nazionale l’avrei disputata anch’io, ma all’epoca avevo sempre giocatori straordinari davanti. Oggi il classico numero dieci è un po’ in estinzione, si è ossessionati dalla tattica e spesso i giocatori di pura fantasia vengono sacrificati, se non del tutto accantonati.
A proposito di fantasia, la Lazio ne ha da vendere nel tridente, soprattutto con Keita e Felipe Anderson: “Mi sembrano giocatori ben inquadrati, di fantasia ma anche un po’ anomali nel ruolo, puntano tutto sulla velocità e c’è da dire che vanno come schegge. Non li vedo però come classici numeri dieci, abituati più a giocare dietro le punte, sanno sfruttare maggiormente la rapidità e non l’estro del fantasista. Mi piacciono comunque molto perché sono giocatori in grado di cambiare le partite in ogni momento.
Keita in particolare ha iniziato facendo le bizze, come va gestito un talento di questo tipo? “La società deve innanzitutto far sentire fiducia e tranquillità, gestire talenti di questo tipo non è facile e Inzaghi è stato bravo a toccare le corde giuste, col giocatore che inizialmente era finito addirittura fuori rosa. In una squadra di calcio non si può essere tutti scolaretti, mano nella mano… Bisogna saper gestire il profilo tranquillo, ma anche quello più turbolento.
Keita a gennaio sarà poi assente a lungo per la Coppa d’Africa: Alessio Cerci può essere il profilo giusto per sostituirlo? “Cerci è un giocatore che ha bisogno di piena fiducia per essere recuperato. Sceglierlo come soluzione part-time per sostituire Keita potrebbe essere un approccio sbagliato per motivarlo. E’ un giocatore che ha numeri importanti  ma ormai ha difficoltà da diverso tempo, va recuperato con un lavoro fisico ma anche psicologico importante: puntare su di lui non è una decisione che va presa a cuor leggero, solo per tamponare un’assenza momentanea.
L’Inter sembra interessata a Lucas Biglia, centrocampista dalla caratteristiche molto particolari. Giusto cederlo di fronte a una grande offerta o va tenuto a tutti i costi? “Io credo che un giocatore di trent’anni di fronte a una grande offerta si possa pensare di vendere un giocatore. Va detto però che Biglia ha ancora quattro-cinque anni davanti a se a grandi livelli, a Milano potrebbe trovare grandi stimoli: l’Inter è scoperta in quel ruolo visto che Medel e Joao Mario non hanno le caratteristiche dell’argentino, che a sua volta ritroverebbe Pioli, ovvero un tecnico che ha saputo valorizzarlo al meglio.
Inzaghi è la rivelazione di questo campionato fra gli allenatori? “Il suo impatto sulla Lazio può essere stato sorprendente, ma nel calcio nulla viene lasciato al caso, se si sa lavorare e creare un gruppo solido i risultati arrivano. Inzaghi ha dimostrato di avere le caratteristiche giuste per far ripartire la Lazio dalle cose semplici e soprattutto ha saputo farsi aiutare dai giocatori e farsi seguire. Credo che anche Pioli all’Inter possa sortire questo effetto perché è un tecnico equilibrato e lucido così come sta dimostrando di essere Simone Inzaghi.
Pioli potrebbe riportare l’Inter in quota per la qualificazione in Europa? “Quando si prende in mano un gruppo bisogna saper puntare al massimo e creare le prospettive per andare a fare risultato. L’Inter ha la qualità nella rosa per centrare questa rincorsa, gli serve un tecnico come Pioli che sappia mettere il lavoro e l’equilibrio al primo posto per ritrovare la giusta continuità di risultati.
In campionato comanda la Juventus ma senza brillare nel gioco. Altre grandi arrancano: chi si può inserire alle spalle dei bianconeri? “Alla Juve sono dei martelli pneumatici, si parla del gioco ma sono cinque anni che vincono e anche quest’anno i bianconeri mi sembrano senza ombra di dubbio la squadra da battere, c’è da dire che a volte non si è mai contenti. Alle loro spalle Lazio e Milan, sfruttando l’entusiasmo del momento, possono lottare per soluzioni importanti, ma Roma e Napoli hanno un progetto avviato da più anni e li vedo al momento più avanti. Montella e Inzaghi mi sembrano bravi a costruire il loro gruppo sfruttando tutte le caratteristiche dei vari giocatori. La Lazio sfruttando l’entusiasmo ritrovato può far bene e lo stesso vale per il Milan, ma per Inter, Roma e Napoli ci sono qualità tecniche da sfruttare per occupare la zona-Champions.”

 

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