Da tempo allenatore della Primavera del Sassuolo, Paolo Mandelli avrà sempre un posto speciale nel cuore dei tifosi laziali grazie al suo ruolo, seppur giovanissimo, da titolare nella banda del -9. Domenica la Lazio affronterà proprio i neroverdi dopo il brillante successo contro il Cagliari nel turno infrasettimanale e l’ex attaccante è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali on Air per commentare il momento attraversato dalla squadra di Simone Inzaghi.

C’era da aspettarsi una partenza così arrembante della Lazio?Sinceramente no, penso che l’avvio della Lazio abbia sorpreso un po’ tutti e che soprattutto abbia sorpreso il livello di prestazioni della squadra. Non va dimenticato che con un pizzico di fortuna in più la Lazio avrebbe potuto ottenere qualcosa di meglio in classifica: al momento è una squadra in forma, che gioca con la testa libera e sa offrire un ottimo calcio.
Su Simone Inzaghi:Per valutare bene un allenatore bisognerebbe seguirne quotidianamente il lavoro sul campo, durante gli allenamenti. Quello che si vede nelle partite è che Inzaghi sta gestendo al meglio la pressione di una piazza importante come Roma, con una proposta di gioco interessante puntando a valorizzare i tanti giovani in rosa.
Anche la difesa della Lazio si è ringiovanita molto:In Primavera ho avuto modo di incontrare la Lazio solo nel Torneo di Viareggio. Credo che per un giovane sia molto importante il contesto in cui viene inserito, per apportare quel contributo di spregiudicatezza ed entusiasmo che fa parte delle sue caratteristiche. Ragazzi come Lombardi si sono trovati nella situazione ideale per esprimere le loro capacità. A giocatori di questo tipo però bisogna dare fiducia: a volte si privilegia troppo l’esperienza senza pensare all’entusiasmo e alla qualità che possono regalare i giovani.
Il tridente Keita-Felipe Anderson-Immobile è uno dei più forti della Serie A?Io credo di sì perché si tratta di giocatori di movimento, di gamba e di forza. I due esterni sanno apportare quel pizzico di fantasia in più capace di dare imprevedibilità alla manovra offensiva. Immobile è un centravanti un po’ atipico, di movimento ma che in fase di conclusione fa sentire un peso importantissimo.
Che realtà è quella del Sassuolo, che appare in costante crescita?C’è una proprietà importante che ha dato un input notevole in fase di programmazione. Si ha avuto la partenza di costruire partendo dalla Serie C/2, seguendo sempre una logica con la convinzione che i risultati prima o poi sarebbero arrivati. I conti alla fine tornano se si ha la forza di credere nelle proprie idee.
Domenica Lazio-Sassuolo che partita sarà?C’è da aspettarsi una partita aperta, tra due squadre che amano giocare a calcio, senza troppi calcoli. I tanti impegni ravvicinati stanno pesando sulle gambe dei giocatori del Sassuolo, l’Europa è una novità, gli infortuni si fanno sentire e la fatica ha il suo peso sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico. I numerosi impegni intaccano la condizione atletica e non aiutano ad avere sempre il polso della situazione.
Sul campionato in generale e le milanesi:Al momento nonostante la classifica penso che l’Inter possa fare meglio del Milan. Vedo maggiori potenzialità nei nerazzurri, il Milan mi sembra un po’ sopravvalutato ma penso anche che questo sia un campionato in cui le grandi stanno facendo un po’ fatica. Juventus e Napoli faticano a trovare la continuità degli scorsi anni e squadre come Lazio, Fiorentina e Sassuolo potrebbero rappresentare una sorpresa concreta. Coi tre punti conquistati col Pescara e tolti dal giudice sportivo il Sassuolo avrebbe un’altra classifica. La Serie A mi sembra comunque molto avvincente, non ci sono le solite società padrone e di potrebbero aprire scenari importanti per alcune outsider.
Qual è il ricordo più bello della squadra del -9?Ci sono tantissimi momenti indimenticabili, ma al di là degli spareggi di Napoli quel Lazio-Vicenza è rimasto un match scolpito nella memoria. Giuliano Fiorini mise il sigillo su una partita storica, ci vollero dieci minuti per riprendere il gioco dopo il gol: a due ore dall’inizio della partita lo stadio era già pieno, a distanza di anni sono emozioni che non si possono scordare.
Oggi invece la norma è vedere gli stadi vuoti: come fare per riaccendere la passione della gente?In Italia non si è saputo rinnovare gli stadi, offrire un luogo di ritrovo per le famiglie e per i tifosi come è stato fatto all’estero. Le condizioni che avevano resto nel passato in Italia lo stadio un grande punto di aggregazione sono cambiate ma nel nostro paese si fatica al passo con la modernità.

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