di Gian Luca MIGNOGNA

Mentre l’attuale campionato di calcio è alle prese con il consueto enigma di chi possa essere l’anti Juventus più affidabile, a Roma sembra oramai divampare senza fine l’incendio mediatico creatosi attorno ai contrasti sull’effettiva genesi dei due club calcistici capitolini. Il dibattito ed il confronto dialettico e documentale tra le opposte fazioni sta diventando veramente affascinante e coinvolgente. La cosa non può che far piacere ad una testata giornalistica come la nostra, che a Marzo 2015 pubblicò un ampissimo reportage sulle origini e sviluppo calcistico romano nel secolo scorso ed a Maggio 2015 consentì al sottoscritto di lanciare la richiesta di assegnazione ex aequo dello Scudetto 1915 a Lazio e Genoa. Quel che ora sta emergendo è tuttavia paradossale, perché la storia è storia e oggettivamente può raccontarla soltanto chi ne è stato protagonista e può documentarla attraverso riscontri inconfutabili. Sotto questo punto di vista il confronto tra gli storici biancazzurri e quelli giallorossi, invero, si sta rivelando palesemente impari ed eloquente. Da una parte il Centro Studi dell’Avv. Pasquale Trane, Laziowiki, Laziostory e tutta una serie di esperti che, documenti alla mano, illo tempore hanno debitamente dimostrato come la Lazio fu fondata da nove atleti romani il 9 Gennaio 1900 a Piazza della Libertà, abbia cominciato a giocare a calcio perlomeno a far data dal 1901, era talmente forte che fu costretta a pubblicare inviti pubblici pur di trovare avversari disposti ad affrontarla e sin dall’inizio si iscrisse regolarmente ai primi campionati regionali per poi successivamente cimentarsi con ardore e risultati finanche a livello nazionale. E’ storia nota come i biancazzurri si affiliarono alla Federazione Italiana Football (l’allora FIGC) sin dal 1908, furono Campioni dell’Italia Centro-Meridionale nel 1912/13, nel 1913/14 e nel 1922/23, la stagione 1923/24 non li vide concorrere per l’ennesima finale nazionale solo a causa di un posticcio riscorso del Savoia e tuttora stiano lottando presso la Federcalcio onde ottenere a cent’anni di distanza l’attribuzione del titolo di Campione d’Italia 1914/15. Gli esperti di sponda giallorossa, viceversa, non solo non riescono ancora a comprovare l’effettivo luogo e la reale data di nascita della Roma, non solo non riescono a reperire nemmeno uno stralcio delle tante copie del loro atto costitutivo che all’epoca furono redatte (una per la Lega, una per la Figc, una per il Pubblico Ufficiale che formalizzò l’atto ed una per ciascuna delle società incorporate nella fusione), non solo non riescono o non vogliono spiegare se i lupacchiotti siano o meno i diretti discendenti del Roman (in realtà F.C. Roma) da cui trassero nome, colori sociali, divise ed aggettivazione “romanista” (la circostanza, peraltro, provocherebbe un autentico ribaltone nel bilancio dei derby capitolini perché le statistiche complessive tramandano 32 vittorie della Lazio, 4 pareggi e soltanto 1 vittoria per il Roman), ma soprattutto non possono e non potranno mai superare la madre di tutte le eccezioni giuridico/sportive… La Roma fu calata dall’alto dei poteri forti del 1927, originò da una fusione fortemente voluta dal regime, nacque indubbiamente in Serie B e fu subitamente ripescata in Serie A! Tutto ciò dev’esser detto, ammesso e ribadito con estrema chiarezza, non certo per ragioni di faziosità sportiva, ma esclusivamente per puro amor della verità cittadina, perché al momento dell’anzidetta fusione l’Alba e la Fortitudo erano già retrocesse dalla Divisione Nazionale (l’allora Serie A) alla Prima Divisione (l’allora Serie B) ed il c.d. Roman addirittura dalla Prima alla Seconda Divisione (l’allora Serie C). Rebus sic stantibus. Nell’acceso dibattito intelligentemente aperto da “Il Tempo” e proseguito su radio, televisioni e siti de’ noantri, tuttavia, par d’obbligo aggiungere perlomeno due ulteriori circostanze di assoluta rilevanza. La prima. Il 1 Gennaio 1913 l’Internazionale inaugurò il suo nuovo impianto sportivo, il “Campo Goldoni” che sarà la casa dei nerazzurri dal 1913 al 1930, alla presenza del Console Svizzero e dell’Avv. Antonio Scamoni della FIGC. Nell’occasione fu invitata per un’amichevole “battesimale” non una delle grandi squadre del Nord, non una qualsiasi delle compagini della capitale, ma, come narrano le cronache dell’epoca, proprio la Lazio, migliore squadra del Centro-Sud, prima squadra centro-meridionale a disputare un match in terra settentrionale e degna rappresentante dello spirito olimpico, che nella circostanza fu applauditissima dal pubblico milanese e ritenuta da “La Gazzetta dello Sport” assolutamente “degna di figurare in prima categoria anche nell’Alta Italia”, tant’è che la “Rosea” scrisse anche che la Lazio “benché incompleta ed affaticata dal viaggio, ha saputo ben combattere contro una delle maggiori squadre italiane” e che “il più vecchio club romano può esser soddisfatto della buona impressione destata tra noi”. La seconda. In quegli anni calcisticamente frenetici il movimento calcistico del Lazio, originario baluardo di tutto il Centro-Sud, iniziò a svilupparsi anche nel Viterbese, ad estendersi in direzione Toscana, Umbria e Marche ed infine a congiungersi con il c.d. “confine federale” della linea gotica. Fu così che cominciarono a sorgere decine e decine di nuovi club calcistici, che nel 1908 la FIF (radicata in terra lombarda) fu sostituita dalla FIGC onde assicurare un’adeguata ristrutturazione sistemica nazionale e che poco dopo venne adottato un nuovo regolamento federale che suddivise l’Italia in cinque macroaree geografiche e ratificata la costituzione dei Comitati Regionali e l’organizzazione di campionati di prima, seconda, terza e quarta categoria. Il Campionato Romano del 1907 fu il primo torneo calcistico di prima categoria aperto a tutte le società di football capitoline, vi aderirono il Football Club Roma (c.d. Roman), il Club Sportivo Virtus e la Società Podistica Lazio, che s’impose subito sulle rivali infliggendo un perentorio 2 a 0 al Roman ed un roboante 3 a 0 alla Virtus e divenne immediatamente la prima squadra Campione del Lazio. Il 7 Giugno 1908 (inizialmente fu erroneamente tramandato che trattavasi del 1907) la Lazio fu invitata a Pisa per partecipare alle finali interregionali di quella stagione, tali fasi finali furono programmate in più giornate sino a quella conclusiva di domenica 7 Giugno 1908 ed i biancazzurri vi aderirono preferendo tuttavia arrivare in terra toscana l’ultimo giorno probabilmente per contenere i relativi costi di soggiorno. Sta di fatto che la Lazio schierando la medesima formazione, disputando tre partite consecutive domenicali e battendo prima il Lucca per 3 a 0 (ore 10.00), poi la Spes Livorno per 4 a 0 (ore 14.00) e quindi la Virtus Juventusque Livorno per 1 a 0 (ore 16.30), nel tripudio generale si laureò vincitrice e consacrò Capitan Sante Ancherani e Co. come i primi Campioni dell’Italia Centro-Meridionale.

Oltre alle fonti di sponda laziale, tale successo e questo primo titolo sportivo risultano formalmente confermati sia da “La Grande Storia del Calcio Italiano” di Antonio Ghirelli e Leone Boccali (Periodico Quindicinale di Cultura Storico-Sportiva, Fascicolo IV del 20 Febbraio 1965, pagina 91) che da “Il Libro Tricolore del Calcio Italiano” di Pericle Pratelli e Pasquale Scardillo (Milano Libri Edizioni, Supplemento Linus del 10 Ottobre 1974, pagina 24), ove addirittura si celebra la “storica formazione laziale” per l’eccezionale primato delle tre vittorie in un giorno.

Questa la Rosa completa di quella memorabile Lazio 1907/08 che fu la prima squadra Campione del Centro-Sud: Forlivesi, Zaccagna; Canalini, Federici, Pellicciari, Pellegrini; Andreoli, Angelotti, Dos Santos, Omodei, Faccani, Saraceni, Zucchi I, Zucchi II; Fantacone, Corelli I, Corelli II, Della Longa, Ancherani, Ferracciù, Folpini, Masini, Scicluna, Mizzi, Matteini.

(fonte: Nuovo Corriere Laziale)

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