Giovanni Galeone, allenatore simbolo del Pescara e grande esperto di calcio a 360° è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per fare il punto sull’imminente sfida di domani tra Lazio e Pescara, per tracciare un bilancio sulla settimana europea appena conclusa e per elogiare quello che secondo lui è stato il giocatore più forte contro cui si sia mai confrontato: Paul Gascoigne.

Sul Pescara e su Massimo Oddo: “Ho grande stima per questo ragazzo. Due anni fa ha preso il Pescara poco prima dei play off ed è andato vicinissimo alla Serie A alla sua prima esperienza. L’anno scorso ha fatto giocare alla squadra il miglior calcio della Serie B. Ha passato anche un periodo difficile, con una serie negativa importante, ma ha continuato a credere nelle sue idee e alla fine ha più che meritato la promozione. Il Pescara di Oddo ha mantenuto questo atteggiamento propositivo nonostante il salto di categoria e di questo gliene va dato atto. Detto ciò, a parte la vittoria a tavolino con il Sassuolo, che secondo me non sarà definitiva, ma verrà rivista dalla Lega, ha fatto un punto. In Serie A il bel gioco non basta, al primo errore ti puniscono e la difesa degli abruzzesi mi sembra tutto tranne che invulnerabile“.

Sulla Lazio e su Simone Inzaghi: “Mi sembra che negli 11 titolari sia una squadra di buonissimo livello. Personalmente ho un debole per Keita, che secondo me è un giocatore formidabile. Poi c’è Felipe Anderson, c’è Immobile, c’è Biglia, c’è Parolo, c’è De Vrij. Resto un po’ perplesso quando vedo Milinkovic in panchina, un altro mio pallino. Fossi io l’allenatore lo schiererei sicuramente con maggiore continuità. Ha 21 anni, ma per me è già pronto per stare lì in mezzo al campo. Ha grandi doti fisiche e tecniche. Tuttavia Inzaghi vedi i ragazzi tutti i giorni e sicuramente farà le sue valutazioni. Simone ha fatto vedere buone doti sinora, ma l’esperienza, soprattutto in una piazza come Roma, è molto importante. Se la farà strada facendo quest’anno“.
Sulle italiane in Europa: “Innanzitutto va detto che in Europa le cose sono molto diverse rispetto al campionato. Detto questo ci sono delle distinzioni da dover fare. Ho sentito tante critiche ad Allegri e alla Juventus per aver pareggiato in casa contro il Siviglia. Ma ci ricordiamo che il Siviglia ha vinto le ultime tre Europa League disputate? Non c’è mai stata nella storia una sola squadra italiana che abbia vinto tre volte una coppa europea consecutivamente. Quindi, un pareggio che poteva essere una vittoria, ma senza drammatizzare troppo. La Roma invece ha denotato difficoltà. Era sicura di riuscire a battere il Porto in Champions League dopo l’1-1 dell’andata e invece ha preso tre pallini in casa. Ma lo sapevano che il Porto arriva 8 volte su 10 agli ottavi di Champions? Anche ieri non mi pare che abbia brillato contro i cechi. Un’altra squadra che ha deluso molto è l’Inter. Pensavano di fare una passeggiata contro una squadretta che gioca nel deserto e invece hanno rimediato una pessima figura. E dire che secondo me, dal punto di vista tecnico, i nerazzurri sono inferiori solo alla Juventus in Italia. Vedo un De Boer molto confuso. Per carità, è arrivato da poco, ma quanto ci vuole a far giocare una squadra, o almeno a dare un’idea di gioco? Ho visto bene il Napoli, ma chi invece ha impressionato molto è il Sassuolo di Di Francesco, una squadra che ha una mentalità vincente. Non si battono a caso per 3-0 prima la Stella Rossa e poi l’Athletic Bilbao“.
Sugli avversari più forti che ha incrociato durante la sua lunga carriera: “Non perché stiamo parlando di Lazio, ma dico Gascoigne. Era spaventoso. Quando era in giornata iniziava a saltare gli uomini come uno sciatore salta i paletti. Tra l’altro proprio contro il Pescara fece un gol memorabile“.
Sul giocatore più forte che ha mai allenato: “Ne ho avuti tanti, ma dico Zico. Era formidabile, sia come ragazzo che come professionista. Un giocatore impressionante. Un calciatore che invece mi va di menzionare per la mentalità vincente che aveva e per la fame che metteva in campo è Franco Causio. Dopo averlo allenato ho capito perchè ha vinto tutto quello che ha vinto in carriera“.

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