di Fabio BELLI
La Juventus alla seconda giornata sembra messa lì per far venire subito il mal di pancia. Non quelli di Keita, Berisha e tutti gli altri protagonisti di questa estate strana. No, quello del tifoso, che lo sopporta stoicamente, altrimenti che tifoso sarebbe?

La Lazio di quest’anno però ha l’incoscienza delle squadre giovani e soprattutto snobbate da tutti. Si è visto già a Bergamo, qualche espertone si era già lanciato in un “tanto a poco” per gli orobici dei pronostici, segno più di un certo livore che di una sana scaramanzia.

Ma come si fa a portare rancore alla Lazio? Soprattutto come si fa a non sperare, anche alla vigilia di un campionato che sembrava dover partire con tutt’altri presupposti e questo sicuramente ha colpito al cuore la gente laziale, come si è visto anche dal numero degli abbonamenti, che risente però anche delle condizioni ormai disagevoli per raggiungere uno stadio Olimpico che ormai sembra mal sopportare ciò che lo ha reso vivo per oltre mezzo secolo: il tifoso.

Parlando di calcio, cosa che fanno in pochi ultimamente, bisogna ammettere che il pessimismo di fronte all’Atalanta era forse ingiustificato. Lo è sicuramente invece al cospetto di una Juventus mai così forte nel decennio post-Calciopoli. Non solo rinforzatasi esponenzialmente, ma anche capace di indebolire i suoi avversari. Pjanic prelevato agli altri e Higuain al Napoli sono segnali che vanno oltre l’effettivo valore della supersquadra a disposizione di Allegri, in procinto di arricchirsi in queste ore di Matuidi e Cuadrado.

Ancora in attesa del sostituto di Candreva e al cospetto di un’autentica corazzata europea, questo Lazio-Juventus sembra piazzato sul calendario apposta per smorzare qualunque impeto di ottimismo possa essere nato dopo il blitz in casa dell’Atalanta. Ed essendo realisti, come ogni buon laziale ha imparato ad essere, si tratta di un esame forse ingeneroso per una squadra che vuole farsi strada come quella biancazzurra. Ma almeno partiamo dal presupposto di essere preoccupati contro la Juventus, e non contro il Crotone come farebbe qualcun altro: si tratta di realismo, per l’appunto, e di ristabilire la verità storica. Se poi qualcuno ritiene Raimondi e Dramé in superiorità schiacciante rispetto a Biglia, Parolo e Immobile, problemi loro.

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