Prima di indossare nuovamente i colori biancazzurri e iniziare la sua seconda avventura sulla panchina della Lazio, Maurizio Sarri è tornato nella sua amata Maremma per condividere la propria esperienza calcistica. In attesa del ritiro estivo, il tecnico toscano si trova da ieri – e anche per oggi – a Castiglione della Pescaia, presso il Valletta Beach Club, dove sta conducendo un “clinic” formativo rivolto ad allenatori, operatori del settore e appassionati.
All’interno di questo contesto, Sarri ha risposto ad alcune domande dei partecipanti, soffermandosi anche su diversi giocatori della rosa laziale che tornerà a guidare a breve.
“Tornare alla Lazio è come tornare a casa, ritrovo un popolo che mi ha voluto bene. Non è stata una scelta furba, perché torno in un posto dove sono arrivato secondo, ma è stata una scelta da un punto divista di sentimenti estremamente facile. Nuno Tavares è l’unica incognita della difesa che troverò, è forte ma anarchico, se riusciamo a inquadrarlo diventa fortissimo. Rovella? Avevo detto che dopo 50 partite da vertice basso, sarebbe diventato un top. Gli manca un po’ di palleggio ma è molto forte. Guendouzi è un animale contagioso per chi gli gioca accanto, ha bisogno del guinzaglio perché non riesce a fermarsi al 100%, deve andare oltre“.
“Un contatto molto blando con la Fiorentina c’è stato, ma solo quando io avevo già firmato con la Lazio. Ho attraversato un momento molto difficile quest’anno dal punto di vista di problemi familiari, personali e anche calcistici per certi versi, ma ho avuto un sostegno straordinario, incredibile e commovente dalla tifoseria della Fiorentina. Questo me lo porterò sempre nel cuore. Sapere che hanno addirittura attaccato delle mie foto in giro per la città è una cosa bellissima. Sarò sempre riconoscente ai tifosi della Fiorentina, devo ringraziare il popolo viola“.
“È stato un anno terribile, ho perso delle persone importanti della mia famiglia e il calcio per molti mesi è stato marginale. Ora ho voglia di tornare ad allenare. Gasperini? Lo stimo molto, perché ha creato un modello di calcio ed è un allenatore che mi piace. Sarà un bel derby tra persone che si conoscono e si apprezzano”.
“C’è chiaramente qualcosa che non funziona tra il valore della calcio italiano e il rendimento della Nazionale, perché due anni fa siamo arrivati secondi nel ranking UEFA e quest’anno terzi, eppure con la Nazionale abbiamo dei problemi incredibili. C’è qualcosa che non torna, c’è una disconnessione tra il valore delle squadre di club e il rendimento dell’Italia, anche se questa è una cosa che succede anche da altre parti, Sono affezionatissimo a Gattuso e gli do solo un consiglio: Gattuso sia Gattuso, anche da commissario tecnico della Nazionale, senza cedere a nessun tipo di compromesso su quello che è il suo modo di fare calcio“.