di Gisella SANTORO
La stagione calcistica sta per concludersi, alcuni verdetti sono stati decisi, altri sono stati rinviati di qualche giorno. C’è ancora uno scudetto da assegnare ed è inevitabile che il destino di alcune squadre si incrocino, in questi ultimi scampoli di campionato, con quello di altre squadre che giocano per il primo posto, per un posto in Europa o che sperano in una salvezza all’ultimo respiro.
Nella lotta a distanza tra Inter e Napoli per la conquista dello scudetto, si è inserito Pedro con la sua doppietta, che non ha solo tenuto a galla la Lazio per guadagnare quell’ultimo posto disponibile in Champions League, ma ha anche consentito alla squadra di Conte di non perdere il vantaggio sull’Inter.
Per questo al primo gol di Pedro, quello del primo e momentaneo 1-1, l’esultanza non è rimasta confinata nel deserto settore ospiti di San Siro o nei cuori dei tifosi laziali, ma si è estesa al Tardini e alle strade di Napoli.
Ma è stato il rigore segnato al 90’ sempre da Pedro a far esplodere la gioia dei partenopei come se quel gol fosse stato segnato dal Napoli.
Questo è lo scenario nel quale, dati alla mano, l’attaccante spagnolo alle soglie dei 38 anni sigla una delle migliori e prolifiche stagioni dai tempi del Barcellona: 14 gol per il numero 9 della Lazio, che ha superato di gran lunga i suoi compagni di squadra più giovani e più freschi.
L’esperienza dello spagnolo ha più di una volta tolto dai guai la Lazio di Baroni e l’unico modo per ringraziarlo è prolungare il suo contratto in scadenza a fine stagione, di almeno un altro anno, fino al 2026. Perché la Lazio e il campionato italiano hanno ancora bisogno di Pedro.