di Giorgio BICOCCHI
Il calcio è buffo: non ci stupiremmo insomma se la squadra che vanta ad oggi un parziale stagionale di 0 a 8 (tra campionato e Coppa Italia, cioè la Lazio) alla fine decretasse la fine delle ambizioni di bis-tricolore dell’Inter… Hai visto mai, vista la pazzia di questo torneo che ha una mezza dozzina di verdetti di piedi a 180 minuti dall’epilogo…
Prima missione: evitare che l’Inter ci segni di testa, una delle procedure preferite dai nerazzurri che, quando non sfondano palla a terra, si rifugiano nei gol su spioventi. Lo scorso maggio ci segno’ cosi Dumfries, ad esempio. A bersaglio in acrobazia pure nella infausta sfida di andata. Marcature ferree e raddoppi in area: così la possiamo sfangare.
Altro monito: partire coperti e compressi in quaranta metri, replicando se possibile la gara di Bergamo quando – così raccolti – annacquammo la Dea. La sensazione è che il fatto di tornare in corsa per il titolo abbia forse sorpreso più l’Inter (già con la mente alla finale Champions del 31 maggio) che lo stesso Napoli… Una sorta insomma di ulteriore pressione psicologica che, paradossalmente, potrebbe favorire i nostri, letali in trasferta da settembre ad oggi con undici successi.
E in attacco? Confidare negli scambi tra Dia e Castellanos, ad esempio. O nelle percussioni di Pedro. E Tavares, chiederete curiosi. L’impressione e’ che alla fine giocherà, magari rendendosi utile – proprio nel gong finale del torneo – come lo era stato in avvio. Partita chiusa per l’Inter? Mah, diffidare sempre della Lazio. In netto credito con la sorte e ancora arrabbiata per lo 0 a 6 subito prima di Natale…