di Stefano BELLI – foto di Antonio FRAIOLI
L’ennesimo approccio da censura, l’ennesima partenza ad handicap con gol subito nei primissimi minuti di entrambi i tempi, l’ennesima partita che i biancazzurri si complicano da soli spianando la strada agli avversari di turno. Dopo 70 minuti di nulla cosmico, la Lazio si sveglia e riagguanta almeno il pari solo grazie ai guizzi di Pedro. La Champions, però, rischia di rimanere una chimera se l’ultimo successo in casa resta quello con il Monza a inizio febbraio (quinto pareggio di fila tra le mura “amiche” – a questo punto le virgolette sono obbligatorie – dell’Olimpico).
I TITOLARI
MANDAS 7 – Incolpevole sul gol di Ondrejka, fa buona guardia sul tiro da fuori di Sohm, a inizio ripresa si fa ancora sorprendere dallo svedese che fa doppietta e chiude (in apparenza) i giochi. Successivamente ci mette una pezza su Pellegrino e Man tenendo in corsa la Lazio nel momento peggiore. C’è un motivo se nelle gerarchie ha ormai scavalcato Provedel.
MARUSIC 5,5 – In assenza di Lazzari ci pensa lui a sbagliare i cross, fase difensiva disastrosa al pari dei suoi compagni di reparto.
GILA 5 – Si propone spesso e volentieri in avanti ma forse farebbe meglio a restare dietro, visto che non è stato capace di arginare Valeri che veniva di gran carriera dalla corsia di sinistra e ha così fornito l’assist per la conclusione vincente di Ondrejka. A inizio ripresa lui e Guendouzi si rimpallano a vicenda favorendo la doppietta del numero 17 svedese. Non contento, sullo 0-2 perde un altro pallone sanguinoso ma per fortuna Pellegrino trova sulla sua strada Mandas.
ROMAGNOLI 5,5 – Sul gol di Ondrejka si trova nella terra di nessuno, lasciando così troppo spazio allo svedese che la piazza all’angolino dove Mandas non può arrivarci. Nel finale diventa protagonista dei falli di confusione scornandosi con Suzuki.
PELLEGRINI 6 – Non va a chiudere su Ondrejka che così può gonfiare la rete quando non sono trascorsi nemmeno 3 minuti dal fischio d’inizio. La sua spinta propulsiva sulle fasce ricorda quella di un’Autobianchi Y10 da rottamare. A metà ripresa avrebbe l’occasione di riaprire la partita ma non riesce ad anticipare Suzuki. Perlomeno scodella il pallone del due pari per Pedro.
GUENDOUZI 6,5 – L’abbiamo già detto che ce ne vorrebbero undici come lui? Tiene a galla il centrocampo che in sua assenza colerebbe a picco. Solo un miracolo di Suzuki gli impedisce di diventare l’eroe della serata.
ROVELLA 6 – Non trova la porta al 26′, e il fatto che il primo tentativo di conclusione porti la sua firma la dice lunga sulle difficoltà di finalizzare le azioni d’attacco. Episodio di nervosismo con Hainaut prima dell’intervallo, a conferma del momento non proprio esaltante che sta vivendo lui e la squadra che in casa non vince neanche con le squadre che devono salvarsi.
ISAKSEN 5,5 – I difensori del Parma non lo lasciano avvicinare più di tanto all’area di rigore avversaria, quand’è così le sue accelerazioni lasciano il tempo che trovano. A venti minuti dal novantesimo non riesce a scavalcare Suzuki e anche lui esce tra i fischi, forse un po’ ingenerosi ma quella odierna non è stata una prestazione indimenticabile.
DIA 5 – Non riesce a raccogliere il suggerimento di Castellanos, in generale non ne imbrocca una servendo compagni in fuorigioco quando invece poteva tentare la soluzione personale, viceversa si intestardisce quando potrebbe scaricare su qualcuno che invece è più libero e in una posizione migliore. Quando Baroni lo sostituisce con Pedro esce tra i fischi assordanti.
ZACCAGNI 5,5 – Alla mezz’ora tenta una rovesciata che entra ben presto nella galleria degli orrori. Le sue caviglie diventano il bersaglio preferito degli avversari, ma questa non è una novità.
CASTELLANOS 5,5 – Si inventa una sforbiciata pazzesca, peccato fosse in fuorigioco macroscopico. Peccato che le giocate degne di nota gli riescano nel momento sbagliato. Anche stasera è emerso il suo carattere fumantino che poteva costargli caro con un arbitro più permaloso di Sacchi.
I SUBENTRATI
DAL 57′ PEDRO 7,5 – Fare peggio di Dia è impossibile, tuttavia lo spagnolo va ben oltre riacciuffando una partita che sembrava irrimediabilmente compromessa. Resta il fatto che una squadra che vuole andare in Champions League non può aggrapparsi esclusivamente alle giocate di prestigio di un quasi 38enne.
DAL 71′ TCHAOUNA 6 – Quando entra sul terreno di gioco i tifosi tremano di paura, invece se la cava piuttosto bene, ad esempio è lui a scaldare i guantoni di Suzuki che non riesce a bloccare la sfera favorendo così il tap-in vincente di Pedro che rimette in carreggiata i biancazzurri dopo 78 minuti imbarazzanti.
DAL 71′ NOSLIN 5,5 – Ma era proprio necessario mostrare al mondo, ancora una volta, di avere i piedi montati al contrario?
DAL 71′ VECINO 6 – Pecca di ingenuità quando non si lascia cadere in area nel contatto con Suzuki, ci mette la garra e la trasmette a tutta la squadra.
IL MISTER
BARONI 5,5 – La fase difensiva continua a essere un optional, soprattutto nelle fasi iniziali dei singoli tempi. Squadra posizionata malissimo che sbaglia troppo quando costruisce, non riuscendo così a creare pericoli dalle parti di Suzuki, mentre se ne crea fin troppi nella propria area di rigore. Cambi troppo tardivi, il finale arrembante non era così scontato visto come si era messa (il Parma avanti di due gol aveva tutto l’interesse ad anestetizzare la partita) ma il problema principale è che i suoi ragazzi non riescono a stare sul pezzo per tutti i novanta minuti.