di Giorgio BICOCCHI

Affrontiamo una squadra, il Genoa, largamente salva che si è prefissa però di arrivare tra le prime 10 della A. Non solo: Marassi sarà zeppo come un uovo e senza Laziali, visto il divieto post-derby. Aggiungete le scorie di giovedì sera: se noi abbiamo vissuto male questi giorni figuriamoci chi è stato in campo ed e’ repentinamente passato dalla gioia alla beffa più clamorosa.
Ecco perché l’incrocio di Marassi e’ zeppo di insidie. Un po’ perché vincere qui e’ sempre complicato, un po’ perché non sappiamo lo stato psicologico del gruppo.




Serve reagire perché – a meno sei gare dall’epilogo della stagione – servono maledettamente punti per centrare la zona Europa. Che poi – visto l’andazzo e la concorrenza spietata – e’ possibile pure, in assenza di 13/14 punti, il ripiego della Conference, pensate un po’…

Che Genoa troveremo? Innanzitutto una squadra che ha subito meno gol rispetto a noi pur disputando un campionato decentrato. Segno che – soprattutto Vieira che da tecnico si ricorda evidentemente di essere stato mediano interditore – la squadra possiede i suoi equilibri. In attacco occhio a Messias e Pinamonti e alle incornate aeree di Thorsby, un ex Samp senza rimpianti.

Ci sembra intelligente – sempre che gli indizi della vigilia corrispondano alla realtà – l’eventuale mossa di Marusic esterno alto. Giostrando in questa posizione Adam segno’ a Marassi un gol straordinario di potenza nel febbraio 2020 quando la banda-Inzaghi correva appresso a un sogno. Sarà gara di sofferenza ma Lazio sembra in crescita fisica e di prestazioni. Siamo reduci da un blitz a Bergamo, un derby a spada tratta e alla notte contro il Bodoe comunque contraddistinta da tre gol e una dozzina di occasioni gettate alle ortiche. Inizia a Pasquetta un mini-ciclo di tre gare in cui dare tutto. Sempre scocciante stilare tabelle ma e’ chiaro che una Lazio corsara al Ferraris – magari sommando qualche passo falso delle rivali e in previsione dei due successivi impegni contro Parma ed Empoli – rimetterebbe prepotentemente la testa avanti. E’ quello a cui vogliamo appigliarci, e’ quello a cui vogliamo credere. Soprattutto per cancellare definitivamente la smaccata delusione provata giovedì scorso…






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