di Valerio Giuseppe BELLINGHIERI
Dopo la sconfitta in Europa League contro il Bodo Glimt, la Lazio è chiamata a una rimonta significativa per evitare un’eliminazione che sarebbe percepita come immeritata. Prima, però, il calendario propone un ostacolo di grande rilevanza che la squadra di Baroni dovrà affrontare il derby della Capitale. Una vittoria domani potrebbe offrire ai biancazzurri una carica emotiva ulteriore in vista del match di giovedì. L’allenatore Marco Baroni ha risposto alle domande dei giornalisti durante la consueta conferenza stampa pre-partita. Ecco le sue dichiarazioni:
Poco tempo per preparare il derby. È un elemento che può avvantaggiare la Lazio o rappresenta un motivo di preoccupazione?
“Non ricordo un derby così ravvicinato a una gara di coppa, ma va bene così. Il derby è una partita speciale e può essere affrontato anche dopo un altro impegno, perché ha una sua straordinarietà. Giochiamo in casa e avremo tutta l’energia possibile, i tifosi ci daranno una grande spinta”.
Dopo la sfida col Bodo ha dichiarato che al ritorno si vedrà un’altra Lazio. Vale lo stesso per il derby? Quali insegnamenti ha tratto dalla gara d’andata contro i giallorossi?
“Ho detto che sarà una partita diversa perché in Norvegia le condizioni non erano favorevoli per noi. Basti pensare all’episodio del gol, con Vecino che è scivolato. Il terreno non era semplice. Siamo consapevoli di poterci giocare il passaggio del turno. Ogni partita insegna qualcosa e sappiamo che serviranno voglia e determinazione. Sono sicuro che, nonostante il tempo ridotto, avremo le energie necessarie”.
C’è la possibilità di vedere Belahyane titolare? E come sta il gruppo sotto il profilo fisico e mentale dopo Bodo?
“Reda sta crescendo molto. Lo abbiamo voluto perché conoscevamo le sue qualità e sicuramente sarà della gara. La squadra è ben consapevole dell’importanza della partita, e questo conta. Oggi faremo la rifinitura e resteremo qui per prepararci nel miglior modo possibile. Questo è ciò su cui possiamo contare”.
Domani Dia e Taty in campo insieme. Che contributo possono dare?
“Sono due giocatori che avevano trovato un’ottima intesa. Taty è stato assente a lungo e ora sta rientrando. Deve rimanere tranquillo e dare tutto quello che ha. Deve affrontare il gioco con forza, ricostruire le sue certezze, partendo dalle cose semplici. È un elemento importante e sono sicuro che sarà determinante per noi”.
La Lazio ha trovato un’identità tale da puntare al risultato?
“Il risultato nasce dal lavoro di squadra. Non separo mai questi aspetti. Serve dignità e coerenza nella prestazione. Le prestazioni ci sono state, anche quando il risultato non è arrivato. L’obiettivo è continuare su questa strada: prestazione, prestazione, prestazione. Solo così arrivano i risultati importanti”.
Per dare il massimo la Lazio deve sempre giocare a ritmi altissimi o può anche gestire?
“Noi non siamo una squadra che tende a conservare. Dobbiamo dare tutto, sempre. Nessuna scusa legata alla stanchezza o alla gestione. A volte va bene, altre no, e ci sono anche gli avversari, ma la fiducia e la consapevolezza non devono mai mancare”.
Vista l’importanza del momento, ha mai valutato l’ipotesi di aggiungere un centrocampista per dare più equilibrio, considerata la pericolosità degli esterni avversari?
“Penso che con il 4-2-3-1 abbiamo trovato un buon equilibrio. La priorità è mettere i giocatori nelle migliori condizioni. A centrocampo abbiamo avuto assenze importanti come Vecino e Dele. Guendouzi sta facendo molto bene da mediano, e anche Rovella. Il vertice può essere più offensivo, ma l’atteggiamento e il modo in cui ci si muove in campo non devono cambiare”.
Quanto la fa arrabbiare il gol subito giovedì dopo aver tenuto lo 0-0 nei primi minuti? Sta lavorando su questo aspetto? Sta pensando di marcare Dovbyk in modo diverso?
“Contro Dovbyk serve il contributo dell’intera squadra. Tutti devono lavorare in entrambe le fasi. Nulla succede per caso, ma la gara col Bodo è stata davvero particolare. Non serve tornarci sopra. Non vogliamo alibi, perché ci indeboliscono. Ora testa al derby, poi penseremo alla sfida di ritorno”.
Giovedì c’era molta distanza tra difesa e centrocampo. È stata una scelta calcolata o un aspetto da correggere?
“Ho voluto la squadra alta per far lavorare gli avversari nella loro metà campo, dato il nostro potenziale offensivo. Certo, questo comporta dei rischi, ma la squadra ha saputo rispondere, come a Bergamo. Il Bodo ha fatto una prestazione fisicamente incredibile, ma ho piena fiducia nei miei uomini”.
Si sente sfavorito per la gara di domani? Pensate ai punti persi rispetto all’andata?
“No. Se analizziamo le ultime 15 partite, la Roma è prima, anche davanti all’Inter, con sei punti in più e il miglior attacco e difesa. Ma domani andremo lì con l’obiettivo di batterli, senza dubbi”.
È rischioso giocare di rimessa, considerando gli otto gol subiti? Avverte la pressione di non vincere spesso all’Olimpico?
“Nella mia squadra non devono mancare mai entusiasmo e gioia. È giusto provare dolore fisico dopo una sconfitta, ma il calcio ti offre sempre una nuova occasione. Domani ci serviranno tutto il nostro entusiasmo e la nostra voglia di vincere per i tifosi. Quanto all’atteggiamento, con tre competizioni in corso bisogna gestire progressivamente le energie. Alcuni giocatori stanno facendo un percorso di crescita e stanno accumulando esperienza. La Lazio è dentro questo percorso e la nostra determinazione è totale, non arretriamo di un millimetro”.
Quanto potrà essere d’aiuto Taty al trequartista? E cosa pensa del tema scommesse?
“Sul secondo tema preferisco non entrare. Lo trovo qualcosa di assurdo, lontano da me e dai miei giocatori. Per quanto riguarda il trequartista, potrei elogiare Castellanos. Ho sempre parlato bene dei miei. Dia ha giocato bene a Bergamo, davanti ci siamo alternati, ma nessuno è il titolare fisso. Lui deve dare tutto, giocare al massimo, restando semplice nel suo gioco”.
Ha detto qualcosa al gruppo in questo periodo di alti e bassi?
“Siamo consapevoli di essere entrati nella fase decisiva della stagione, ma ci siamo arrivati seguendo un percorso. Se siamo a questo punto è perché ci abbiamo lavorato. Ogni giorno dobbiamo migliorare, anche partendo dalle partite non vinte. Il bello è arrivare fino in fondo e sentire il peso di queste sfide. È questo il bello del calcio”.
Quale potrebbe essere l’elemento in più che può spingere la squadra verso il traguardo?
“Sentire, sentire e ancora sentire. Sentire i tifosi che vanno al lavoro, i bambini che vanno a scuola e tutti portano con sé la propria fede calcistica. Se dovessi racchiudere il derby in una parola, sarebbe ‘sentire’. La squadra deve percepire ciò che accade fuori e sugli spalti. Questo è lo spirito che deve accompagnarci”.