di Giorgio BICOCCHI
“Aho, io non vedevo l’ora che finisse…”, ci scrive un amico della Tevere. Ed e’ pensiero condiviso perché il Bodoe ci domina in lungo e in largo. Tanto che lo 0 a 2 finale, in fondo, va quasi accolto con soddisfazione visto come è andata la sfida. Ricorderemo come una sorta di incubo le maglie gialle del Bodoe: porca miseria, che ritmo e applicazione! Capiamo perché l’Olympiakos – prossimo a diventare Campione di Grecia senza soffrire granché – qui, tra i ghiacci, abbia incassato tre gol quasi senza accorgersene. Partita in netto regresso rispetto a Bergamo: per colpa del clima e, soprattutto, del campo sintetico. Speriamo… “Magari a Roma tra una settimana fa 20 gradi e questi se squajano…”, cerca di rinfrancare l’ambiente un altro amico. Ci si attacca a tutto, pure al meteo, per scacciare l’idea di uno sfratto anticipato dalla piccola Europa…
Primo tempo
– La circospezione sarà il sostantivo che ci accompagnerà in questa prima frazione. Giochiamo molto vicini e dunque non creiamo spazi o pertugi dove infilarsi:
– Dopo soli cinque minuti però Mandas e’ costretto a gettarsi. Parata con una mano, complicata ma efficace;
– “Sto campo pare un biliardo…”, si commenta. Ed e’ vero: un sintetico in cui la palla schizza e prende velocità;
– Il Bodoe ha il ritmo come qualità peculiare: conosce il proprio campo, palleggia con destrezza. Insomma, e’ una classica buccia di banana – come previsto – sul nostro cammino;
– Isaksen, Pedro, Zack cercano l’acuto. E Dia? “Davanti ha fatto poco o niente. Ma si è sacrificato dietro”, twitta un amico con velleità da pagellista;
– Marusic impegna di testa il portiere russo del Bodoe. In tribuna appaiono tifosi norvegesi coperti e abbottonati. “Se annavo a Bodoe tornavo co’ na’ cervicale micidiale”, ci scrive un coetaneo avanti con gli anni;
– Passiamo poi due brutti minuti: il Bodoe si mangia un gol a centro area, quasi lisciando il pallone. Poi, nell’ultimo giro di lancetta, subiamo quasi una azione alla mano. Con la palla che sfiora il montante;
– Che fare nella ripresa? Continuare ad essere guardinghi e circospetti, corri, stretti, ognuno in aiuto dell’altro. Certo, dalla cintola in su la speranza è creare qualcosa. Con chi? Forse Noslin. Oppure con qualche tiro da fuori di Dele Bashiru…
Secondo tempo
– Baroni inserisce Lazzari e proprio Dele Bashiru ma sarà una ripresa brutta, confusa, negativa. Innanzitutto perché andiamo subito sotto: buco in mezzo al campo, scambi rapidi palla a terra e Mandas bucato;
– Insomma, invece di ricominciare corti d compatti ci siamo sfilacciati. Avanti combiniamo poco, ecco il nocciolo del problema;
– Mandas para ancora. Poi becchiamo il secondo gol. Ed e’ pure una azione bella con un pallonetto che pare confezionato in Brasile, non quasi al Polo Nord;
– Reazione? Sterile. Anzi inesistente. L’unico che porta un po’ di brio e’ Dele Bashiru. Quando Baroni butta nell’arena ghiacciata il Taty capiamo che ci affidiamo al miracolo… Perché Castellanos avrebbe dovuto giocare pochi scampoli e non 35 minuti;
– Bodoe padrone: scambi rapidi, ritmo a perdifiato. Davvero una serataccia. “Aho, ma quanti so’ questi?”, chiede un amico disperato. Ed e’ cosi: se corri tanto sembri davvero che giochi con uno o due giocatori in più…;
– Mandas salva lo 0 a 3. Poi Tchaouna calcia sopra la traversa da buona posizione. E ancora Mandas ci tiene in vita al ‘92, bloccando quasi sulla linea di porta;
– Insomma, giovedì prossimo servirà una rimonta. Magari una notte in stile-Salisburgo – ma stavolta a nostro favore – capiterà una volta pure a noi, vallo a sapere…