di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

“Mi nonna me lo diceva sempre quando facevo l’Universita’… se non puoi fa de meglio prendete er 18 e vai avanti…”. Filosofia spicciola e popolana di un amico per dipingere il pari dell’Olimpico. Due punti persi? Macché, il fascino del “puntarello” – che poi alimenta pure la striscia positiva – fa sempre proseliti e riscuote sempre il suo fascino. Stanca di testa e di gambe la Lazio non poteva fare di più. Adesso la preoccupazione si sposta alla gara di giovedì pomeriggio: perché probabilmente giocherà lo stesso gruppo di stasera e così stremati non è che siamo tanto tranquilli…




Primo tempo

“Aho, ma st’arbitro?” Due, tre minuti e fioccano le rimostranze di chi assiste alla partita da casa. Oggetto delle riflessioni il prode Piccinini da Forli. Due anni fa, a Torino, prima di entrare in campo, ci disse che la domenica prima ci eravamo comportati male… Udinese picchia e noi incassiamo;

– No, non e’ la Lazio brillante di San Siro. Dovremmo puntare su Isaksen e Zaccagni: sono forse gli unici che sprizzano vitalità. Per il resto Lazio poco lucida. E con pochi sbocchi;

– Udinese, con grande ardore, e’ venuta a giocarsi alla grande la partita. Lucca e’ una spina nel fianco. Thauvin imposta e conclude. E dietro c’è questo Solet che furoreggia. “Ma e’ vero che la Lazio vole questo? Pjamoselo subito…”, chiosa un amico dilungandosi sul prossimo mercato;

– In difesa però la frittata la confezioniamo sempre. Lucca lavora per Thauvin che si avvicina e poi – sfruttando il fatto che Lazzari non lo mette in fuorigioco – ci porta in svantaggio;

– Per fortuna abbiamo la forza di rimetterci in careggiata. Okoye smorza in angolo una rasoiata di Zaccagni. E sul corner Romagnoli replica il gol di Plzen;

– Ma e’ una gara da lacrime e sangue. Siamo in difficoltà e la fine della frazione lo dimostra. Che fare? Hanno deluso Dia e Tchaouna. E se mettessimo Pedro e un altro centrocampista? In tribuna fioccano le ipotesi. Ma una certezza c’è: se restiamo con questo assetto rischiamo tanto. Logori sulle gambe e nella testa…

Secondo tempo

– Dentro Noslin dopo che Guendouzi ha inanellato corsette entrando in campo diversi minuti prima dei suoi compagni. La Lazio da’ – per una dozzina di minuti – la sensazione di passare. Isaksen prima, poi Zaccagni anticipato proprio davanti la porta. Ma sarà un fuoco di paglia. Lentamente ci avviteremo su noi stessi;

– L’Udinese – dal 65’ in poi – prende un po’ di coraggio. Colleziona angoli, ci tiene sulle spine perche’ la Lazio arretra, vinta dalla fatica r dallo stress muscolare. Non ripartiamo più…

– “Niente da fare, tocca salva’ er salvabile…”, profetizza un amico. Zemura impegna Provedel. Baroni schiera una squadra di “piccoletti” contro i colored muscolosi dell’Udinese. E, diciamo la verità, Belahyane – anche perché forse schierato mezz’ala dopo l’ingresso di Patric – tradisce un po’ le attese;

– Inutile chiedere un lampo ai nostri attaccanti. Pure Pedro appare a disagio;

– Così pure gli ultimi angolo calciati dall’Udinese sono un pugno allo stomaco. Ma, per fortuna, le sagome di Romagnoli e Marusic svettano;

– Non e’ stata una gran partita. Deve averla considerata così anche Piccinini che addirittura fischia con trenta secondi di anticipo;

– Giovedì contro il Viktoria: dormiamo due giorni di fila, evitiamo magari allenamenti, riposiamoci… Ma dobbiamo andare avanti in Europa, diamine…






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